I tamponi? Fatti a fine settembre, per i risultati bisogna ancora attendere. E così, una famiglia cagliaritana si trova “barricata” in casa “ormai da dieci giorni”. La necessità di scoprire se il Coronavirus avesse colpito anche due bimbi, di 4 e due anni, e loro madre 35enne? “Uno dei miei figli ha avuto la tonsillite, l’altro la bronchite. Niente febbre, però”. A raccontare la vicenda è Carla G., assistente di un ragazzo disabile. Tutto inizia lo scorso ventidue settembre: “I piccoli avevano la gola arrossata, li ho portati dalla pediatra. Il giorno dopo sono stata male, avevo anch’io la tonsillite e, solo per un giorno, qualche linea di febbre, non ha mai superato i trentotto. L’ho comunicato alla pediatra, e lei ci ha segnalato all’Ats per fare i tamponi”. Il sabato successivo, il cellulare della 35enne squilla all’improvviso: “Mi hanno proposto di fare il tampone, in effetti avrei potuto scegliere ma mi è stato detto che la pediatra non avrebbe probabilmente fatto il certificato di guarigione. Così, sono stata due volte al Santissima Trinità: sabato pomeriggio col figlio più grande, domenica con quello più piccolo. Era il 26 settembre, da quel giorno le nostre condizioni sono migliorate, stiamo tutti e tre bene ma non possiamo ancora uscire di casa perchè non è arrivato l’esito dei test”.
La donna ha anche inviato varie email all’Ats: “Buonasera, ho fatto il tampone sabato scorso insieme ai miei figli minorenni. vorrei avere il referto. Io devo andare al lavoro, questa situazione è ridicola”. Il confinamento tra le pareti domestiche, fortunatamente, non fa correre il rischio ai piccoli e alla madre di restare senza medicine o cibo: “Mio marito, l’unico senza nessun sintomo, non ha dovuto fare il tampone e può uscire. Io, invece, non posso. Sto perdendo intere giornate di lavoro, sono l’assistente di un ragazzo disabile. I miei figli, invece, non hanno fatto nemmeno un giorno di asilo o scuola materna. Stiamo vivendo una situazione assurda”.












