Non solo una conquista per chi non può vedere o sentire, ma una rivoluzione culturale per tutti. A Cagliari, l’inclusione entra nelle aule sin dai primissimi anni di vita: con l’approvazione unanime dell’ordine del giorno firmato dalla consigliera Stefania Loi, il Consiglio comunale dà ufficialmente il via all’insegnamento della Lingua dei Segni Italiana (LIS) e del Metodo Braille a partire dagli asili nido. La proposta, sostenuta dal gruppo di centrodestra, punta a garantire pari opportunità comunicative ai bambini con disabilità uditive e visive già dalla primissima infanzia, ma anche a promuovere una cultura scolastica fondata sull’empatia e sull’inclusione. “Insegnare la lingua dei segni è un dono anche per chi non ha disabilità – ha dichiarato Stefania Loi – li rende più consapevoli, empatici e più umani”. L’iniziativa non riguarda infatti solo i bambini con disabilità, ma coinvolge tutta la comunità scolastica: il linguaggio delle mani e il codice dei segni diventano strumenti per abbattere barriere, creare connessioni e coltivare una società più accogliente. L’ordine del giorno impegna l’amministrazione comunale a introdurre la LIS e il Braille già nei nidi e nelle scuole dell’infanzia, attraverso percorsi di formazione rivolti al personale educativo, la produzione di materiali didattici specifici e iniziative di sensibilizzazione dedicate. “La didattica inclusiva – ha sottolineato l’assessora all’Istruzione Paola Mura – possa essere sempre più diffusa, e non esclusiva degli insegnanti di sostegno”. A evidenziare il valore profondo della misura anche la consigliera Roberta Sulis: “Un vero abbattimento di barriere che inizia da quando i bambini sono piccoli. È una crescita umana non solo per chi ha disabilità, ma anche per gli altri, che imparano a comunicare con chiunque”. L’intervento si inserisce nel solco dei principi sanciti dalla Convenzione ONU sui diritti delle persone con disabilità e si allinea agli obiettivi del programma PN Metro Plus 2021-2027, volto a promuovere l’inclusione attraverso l’accesso all’istruzione e ai servizi. Con questa scelta, Cagliari si pone all’avanguardia sul fronte dell’educazione inclusiva.









