Ha preso avvio lo scorso settembre per andare avanti fino al termine dell’anno scolastico in corso, coinvolge diciotto ragazze e ragazzi del “Siotto” e una cinquantina di studenti e studentesse delle scuole medie di Ghilarza e Porto Torres: tante le necropoli nel sassarese e altrettante vicino a Ghilarza, antiche sepolture, con la straordinaria bellezza dei simboli e dei colori che ne decorano le pareti, in alcuni casi risalenti al 4.000 a.C.
Nel concepire il progetto, i promotori hanno ritenuto che far conoscere agli studenti e alle studentesse queste straordinarie testimonianze del passato, candidate a diventare Patrimonio Mondiale dell’umanità UNESCO, fosse il modo migliore per diffonderne presto la conoscenza a livello globale. L’archeologia, con i suoi concetti complessi e il linguaggio tecnico tipico delle discipline specialistiche, può risultare di non immediata comprensione: per questo si è scelto di affiancare come tutor alunni delle scuole medie di Ghilarza e Porto Torres, i ragazzi del Siotto, abituati a un approccio di studio più approfondito, facilitando così l’apprendimento e la condivisione del sapere.
Le attività hanno preso il via con un corso propedeutico nelle tre scuole che ha fornito agli studenti le conoscenze necessarie per intraprendere il percorso, illustrando obiettivi e modalità di svolgimento delle attività, e per formare un gruppo capace di interagire in modo collaborativo, superando le differenze di età e di provenienza.
Lavoro sul campo, tutti insieme nelle necropoli prescelte: entrano nelle Domus de Janas per immergersi nell’atmosfera di questi luoghi suggestivi, scattano foto, registrano video, seguono le spiegazioni degli esperti, raccolgono informazioni e testimonianze.
Una delle due giornate di escursione è dedicata a raccogliere e selezionare il materiale prodotto: si lavora in presenza a scuola, in gruppi, a riordinare le descrizioni dei siti, scegliere e catalogare le foto e i video, realizzare interviste e attività creative, confrontando impressioni ed emozioni. Nei giorni e settimane successivi si prosegue con le attività a distanza: i ragazzi del “Siotto Pintor” si collegano in streaming con una classe per volta delle scuole medie.
“La ricerca archeologica richiede documentazione scientifica attenta e grande cultura” sottolinea Maria Spanedda, presidente del Gruppo Archeologico Karalitano “il nostro progetto, pur nella correttezza delle informazioni e della metodologia di lavoro, non ha tali ambizioni, si rivolge ai giovani e ai giovanissimi e intende suscitare in loro soprattutto interesse per il passato più remoto della nostra isola. È un primo approccio alla conoscenza dei tesori inestimabili della Preistoria isolana, che preservati e valorizzati, anche grazie al riconoscimento UNESCO, dureranno nel tempo per essere ancora ammirati dalle future generazioni. Ma, soprattutto per i giovani, non esiste conoscenza senza emozione: per questo, oltre allo studio dei monumenti, abbiamo previsto lavori creativi di scrittura, di musica e in particolare i laboratori teatrali dove sarà possibile liberare la fantasia e dare vita al passato in chiave contemporanea”.













