Secchio e spugna e attività di “lavavetri” a pieno ritmo al semaforo, come pure chi chiede l’elemosina o cerca di vendere accendini, fazzoletti e deodoranti in città, infine tossici e giocolieri di strada. Fenomeno a macchia di leopardo a Cagliari e alle porte del capoluogo: nazionalità differenti gli “attori” di questo fenomeno, tra cingalesi, romeni, senegalesi e anche sardi.
ACCATTONAGGIO IN CITTA’. Si comincia dall’incrocio tra viale Monastir e Gherardo Delle Notti, tre le postazioni più ambite, si prosegue in zona viale Ciusa, poi mercato di San Benedetto e viale Diaz giusto per cominciare, l’orario di inizio è intorno alle 8, poi chi non demorde prosegue fino all’una ma il caldo torrido non da tregua: cappellini di paglia in testa non aiutano, si stacca alle 11.15 e la “giornata è fatta”.
Ma dietro questo esercizio abusivo, ci sarebbe un’organizzazione dedita a reclutare persone che chiedono una monetina? C’è una sorta di “appalto delle zone” oppure si tratta di una “geografia naturale” di chi arriva prima e si piazza ai semafori delle strade cittadine? I dubbi restano, ma si è più propensi invece a descrivere questo dilagante fenomeno come scelta solitaria dei tanti disperati, di quelli che da mesi, ancor di più anni scelgono la zona più adatta per chiedere l’obolo o vendere oggettini.
Eppure il Comune potrebbe intervenire, come hanno fatto molte altre città della Penisola, con una precisa ordinanza per evitare il cosiddetto “accattonaggio” nelle strade urbane, ma molta è la disperazione di chi chiede l’elemosina per motivazioni differenti: fame, povertà e la dose di eroina quotidiana. Da un lato per l’automobilista di passaggio agli incroci stradali non ci sono disagi particolari, spesso chi si lamenta sono i commercianti locali che, dirimpetto a bar, profumerie, negozi di alimentari, mugugnano per chi all’esterno è troppo invadente e insistente con i clienti. (fine part 1 – continua)











