È abituato, da ormai un mese, a controllare due parchi di Cagliari, quello della Musica e quello di via dei Donoratico. Matteo Anolfo, 43 anni, insegnante, è il responsabile della protezione civile dell’associazione di volontariato “Alba”. Ci sono anche loro tra le realtà che, in accordo con il Comune, controllano che nelle aree verdi si evitino assembramenti. E l’idea arrivata da Roma degli assistenti civici, nonostante il polverone scoppiato nelle ultime ore, trova d’accordo Anolfo: “Meglio che siano persone che hanno già un sussidio, magari il reddito di cittadinanza o la cassa integrazione. Lo trovo giustissimo, fa parte dell’educazione civica, è giusto che chi può contribuisca a trascorrere un po’ di ore aiutando la collettività. Le persone hanno bisogno di essere seguite”, spiega Anolfo, “noi volontari non possiamo effettuare sanzioni o chiedere i documenti, solo controllo visivo e possiamo chiamare, in caso di necessità, la Municipale. Per esempio, al parco di via dei Donoratico c’erano una quindicina di ragazzini che bevevano e non rispettavano le distanze, siamo stati costretti a chiedere l’intervento dei vigili”. Ma a Cagliari, almeno nelle due aree green controllate da Anolfo e dai suoi colleghi volontari, la situazione sembra tranquilla.
“Le persone, appena ci vedono, rispettano le distanze o si mettono la mascherina, hanno capito che tipo di servizio facciamo”. Anolfo suggerisce di estendere i controlli “alle spiagge ai locali pubblici. Gli assistenti civici è meglio che vengano affiancati dalle Forze dell’ordine, ma se fanno tutto bene e in modo coordinato sicuramente potrebbero ottenere i risultati sperati, basta la diplomazia. Noi volontari non siamo sceriffi e non vogliamo attuare nessuna repressione, ma le persone vanno seguite e, quando le fai ragionare, riescono a capire come comportarsi”.










