Cagliari, shock tra le corsie di un ospedale, polizia, guardie giurate e carabinieri chiamati a intervenire il fine settimana: “Speriamo muoia presto così ci leviamo questa da mezzo ai piedi”. Alta tensione tra alcuni parenti di due anziani ricoverati e il personale sanitario: “Per il momento non penso di denunciare l’accaduto, penso solo alla salute di mio padre”. Il racconto è di una donna di Cagliari che per questioni legate alla privacy del papà chiede di rimanere anonima. È una professionista legata all’ambito del sociale e ha deciso di raccontare quanto accaduto in una nota struttura sanitaria della città per sensibilizzare sul tema sanitario. “Mio padre è stato ricoverato alle due del mattino un mese fa, era un fine settimana. Aveva bisogno di una trasfusione, i suoi valori, infatti, erano molto bassi. Ci hanno detto di ritornare per l’orario delle visite e così abbiamo fatto. Ho bussato nella sala dove era presente il personale di turno e ho ricevuto delle risposte decisamente sgarbate. Io volevo soltanto avere informazioni riguardo la salute del mio genitore”. Innanzi alla richiesta del parente sono state allertate le guardie giurate, “io ho allora chiamato la polizia. Sottolineo che la tensione si percepisce il fine settimana”. Un reparto che ospita decine di pazienti, “non c’è solo suo padre da seguire” le sarebbe stato risposto alla richiesta di informazioni. E una frase, inoltre, udita dalla donna che recitava: “Speriamo muoia presto così ci leviamo questa sxxxxa da mezzo i cxxxxxxxi”. “Nessuna empatia nei miei confronti, io ho solo chiesto informazioni”.
Nuovo fine settimana, nuova disavventura per la donna e la sua famiglia, “anche mia mamma è stata mal trattata quando ha chiesto informazioni riguardo a mio papà, ha 81 anni, è anziana e preoccupata per il marito”. Non solo: “Abbiamo trovato papà semi incosciente, ho chiesto informazioni e la situazione è nuovamente degenerata”.
“Queste ostilità non si sono verificate solo con me, bensì anche con i parenti di un altro degente che, purtroppo, dopo due giorni è deceduto. In questo caso la famiglia ha chiamato i carabinieri”.
Per il momento la donna non pensa di prendere una posizione ufficiale contro il personale sanitario, “ma non dovrà sussistere una terza volta”. La donna ha deciso di rivolgersi a Casteddu Online per lanciare un appello, ossia quello di mostrare una maggiore empatia nei confronti dei parenti dei pazienti, in apprensione per la salute dei loro cari soprattutto quando il percorso di vita è già segnato dalla malattia.
Un fatto che mette alla luce la grave situazione che vive la sanità sarda, da un lato ci sono i medici e il personale sanitario in affanno e dall’altra i cittadini che devono fare i conti con problemi, ostacoli e attese estenuanti.










