L’ultima volta che l’ha vista, attraverso una vetrata, è stato “dieci giorni prima della sua morte. Ero rimasta nel giardino esterno della casa di riposo San Giorgio, mamma si è avvicinata e ha cercato di forzare la porta pur di abbracciarmi. Ma, ovviamente, non era possibile”. Racconta con la voce ancora rotta dal dolore, C.M., 60 anni, di Cagliari, le ultime “immagini” nitide che ha del volto della madre, una delle quattro nonnine della San Giorgio morta, come le altre tre, in ospedale, positiva al Covid. La donna, per motivi di privacy, ha chiesto alla nostra redazione di restare anonima: “A mamma non sarebbe piaciuto finire sul giornale, e nemmeno a me. Ma voglio raccontare questa storia per vari motivi: per dire grazie agli Oss e agli animatori della casa di riposo di viale Monastir, sono stati sempre amorevoli con lei”. L’arrivo della donna nella struttura risale “al dicembre 2018. Aveva delle serie patologie autoimmuni e altre patologie tipiche dell’età avanzata, come una forma di Parkinson”.
L’otto novembre la situazione clinica inizia a precipitare: “Dalla struttura mi comunicano che ha la febbre. Poi, scompare, ma ritorna e sale sino a 40 la sera del nove. Acconsento al trasporto all’ospedale, mia mamma viene portata al Brotzu. La mattina successiva, alle 9, mi comunicano la sua positività al tampone. Tre ore più tardi, il decesso. Le dottoresse mi hanno detto di aver riscontrato un’infezione, avanzata, da Coronavirus”. C’erano già dei casi di positività al Covid, almeno tre, tutti riscontrati sugli ospiti. Solo ieri, grazie alla raffica di tamponi effettuati dall’Ats, i numeri sono stati aggiornati almeno per quanto riguarda Oss e operatori (positivi 22 su 35). “Non ho potuto vedere la salma di mia madre, solo accompagnare il feretro nel cimitero di San Michele. Se n’è andata in tre giorni, uccisa anche da questo maledetto virus”.











