Centododici giorni dopo l’odissea di decine di famiglie e commercianti di via Dettori a Cagliari è ancora, purtroppo, attuale. Rischio crolli, palazzine evacuate e messe in sicurezza con travi e tiranti, poi più nulla. Solo promesse, partendo da quei 500mila euro della Regione che arriveranno chissà quando e che dovranno essere suddivisi, non si sa ancora con quale criterio, tra i negozianti. Gli abitanti si sono già rivolti agli avvocati: “È assurdo che dopo quasi quattro mesi non ci sia una data sicura”, urla Samuele Russo, uno dei residenti senza più un tetto. “Mi arrangio da parenti, il Comune avrebbe dovuto iniziare questa settimana le verifiche strutturali ma non si è visto nessuno”. Un’altra abitante, Nenna Fara, è ospite di una cugina: “Ma ora dovrò andare da una mia amica, la casa deve essere affittata ai turisti. Tutto ciò è scomodo, pensate cosa voglia dire doversi spostare da una parte all’altra”. In una delle palazzine di via Dettori ancora sbarrate viveva un ambulante del Bangladesh, Samuel Amu, 44 anni: “Per due mesi ho dovuto dormire nella moschea, mentre mia moglie e mia figlia sono andate a vivere altrove”. Una famiglia divisa e disperata.
I negozianti non se la passano meglio. Francesco Alba gestisce un bistrot e vineria e ha dovuto mandare a casa i dipendenti: “Mi sento abbandonato dall’amministrazione comunale, qui si parla di attività produttive. Sto valutando se riaprire altrove, spero che oltre alla messa in sicurezza delle case ci sia anche quella dei locali. Nessuno di noi non ha ancora visto un solo centesimo”. Claudio Crisafi per alcuni metri è fuori dall’area chiusa: “Ma non è più la stessa cosa, gli affari sono crollati e i danni sono incalcolabili. Qui ci passavano i turisti, il Comune deve almeno creare un varco per il passaggio dei pedoni”.










