Per gli appassionati della “street art” i graffiti sono apprezzate espressioni artistiche, per tutti gli altri si tratta di atti di puro vandalismo, comunque la si pensi il dato che emerge girando per la città è che la gran parte dei muri e delle serrande è diventata il bersaglio di pennarelli e vernici colorate. Il fenomeno dei graffiti inizia nelle metropoli americane durante gli anni sessanta, poi si diffonde a macchia d’olio nelle capitali europee, da noi arriva con un certo ritardo, intorno agli anni novanta, poi il fenomeno esplode con gli “interessi”, dato che oggi mezza città è coperta dalle vernici delle bombolette spray: edifici di pregio ed angoli caratteristici del centro storico sono imbrattati da scritte e disegni, spesso in prossimità di chiese e monumenti di interesse storico, più che su muri di periferia dove un po’ di colore forse servirebbe tutt’al più per rivitalizzare il grigiore di intonachi scalcinati dal degrado. I danni si possono stimare in milioni di euro, questa cifra astronomica è quanto occorrerebbe sborsare per intonacare migliaia di edifici e smaltare tutte le serrande pasticciate, a ciò va aggiunto il danno di immagine alla città per quel senso di trascuratezza e di scarso controllo sul territorio che tutte queste scritte trasmettono a chi ci vive o visita Cagliari da turista; ormai molti tra commercianti e residenti sono giunti alla mesta conclusione che sia del tutto inutile armarsi di pennello e poi dover ripetere l’operazione a distanza di breve tempo: la situazione è fuori controllo, “i vandali la fanno da padroni”, chiosa un residente del quartiere Marina, la dimensione del fenomeno in effetti sembra sfuggita di mano e chiama a gran voce urgenti riflessioni su come gestire il problema, perché non è compito facile individuare i responsabili che probabilmente agiscono nel buio con camuffamenti e coperture di cappucci, ma qualcuno dovrà pure occuparsene perché “così non si può andare avanti” dice un residente di Stampace; forse è davvero giunto il momento di pensare ad una task-force per combattere le scritte selvagge ed eliminare questa pratica invasiva, o quantomeno per costituire un forte deterrente. Questa ipotesi comunque non escluderebbe iniziative finalizzate a creare spazi dedicati a questo tipo di espressioni grafiche, magari per recuperare dal degrado luoghi abbandonati, ma vedere il centro storico ridotto in queste condizioni proprio non è accettabile.













