di Paolo Rapeanu
È uno dei luoghi dai quali arrivano più “racconti disperati” da parte di molti lettori di Cagliari Online. La stanza d’attesa del Pronto soccorso del Santissima Trinità – una ventina di sedie e due distributori automatici di bevande – è frequentata ogni anno da decine di migliaia di cagliaritani e sardi. Codici bianchi, verdi, sino ai più urgenti, di colore rosso. Ogni caso ha la sua gravità, ma le polemiche e le lamentele sembrano essere all’ordine del giorno. In cima ci sono le attese, troppo lunghe: gli ultimissimi casi raccontati dal nostro giornale portano le lancette dell’orologio a girare anche per quattrocentoventi volte (cioè per sette ore, come per la nonnina di sessantanove anni). E, anche in una normale mattina di metà settimana, c’è chi è costretto a ingannare il tempo guardando il cellulare o leggendo una rivista e chi quasi “maledice” di essere finito lì. Poche le persone che attuano la modalità “zen” della calma.
“Sono venuto a trovare un amico che è dentro da oltre due ore perché ha una sospetta cistite”, spiega Silvano Fulghesu, “qui le attese sono molto lunghe, il personale non è sicuramente sufficiente. Mi è capitato, in passato, di accompagnare delle persone qui al pronto soccorso del Santissima Trinità, i metodi utilizzati dagli infermieri non sono stati molto cortesi”. Giovanni Fanni, 76 anni, attende novità dalla moglie, trasportata da un’ambulanza “perché ha avuto un malore, da giorni si lamentava di dolori allo stomaco e i medici del 118 hanno detto che il gonfiore della sua pancia potrebbe essere causato dagli antidolorifici. Purtroppo le attese sono molto lunghe, siamo arrivati due ore fa e ci hanno detto che dovremo attendere altre tre ore prima di avere gli esiti”.










