Il candidato sindaco del centrosinistra con il via libera ad Azione non ha rispettato il diktat dei grillini sul divieto di ingresso in coalizione dei partiti che hanno sostenuto Soru alle regionali, facendo andare su tutte le furie la presidente Todde e i suoi. Oggi alle 17 si cercherà la soluzione, ma il rischio che l’alleanza si sfasci, come è già successo nel resto d’Italia, è alto. L’obiettivo di Progressisti, calendiani ma anche del silente Pd è chiaro: ridimensionare lo strapotere dei 5 stelle
I 5 stelle non vogliono cedere, i Progressisti con Azione neanche, il Pd tace e probabilmente acconsente, i piccoli scalpitano schiacciati dallo strapotere dell’asse grillino-dem a trazione Todde-Conte. La situazione è complicata, oggi alle 17 in via Emilia si proverà a sbrogliarla: ma il Campo largo a Cagliari scricchiola, e molto.
I 5 stelle, indispettiti dal via libera unilaterale all’ingresso in coalizione di Azione, hanno già fatto sapere a Massimo Zedda che dovrà scegliere: o loro o gli altri. Il motivo è semplice: i grillini hanno imposto un gigantesco veto all’ingresso in coalizione, per le amministrative dell’8 e 9 giugno a Cagliari, sui partiti che alle regionali correvano con Soru. Come Azione, appunto, anche se paradossalmente proprio il candidato sindaco Zedda ha fatto tre quarti di campagna elettorale a fianco di Soru salvo poi passare con Todde all’ultimo minuto utile, con la garanzia della candidatura a sindaco.
Giovedì scorso, a sorpresa, Progressisti e Azione hanno comunicato il raggiungimento dell’accordo elettorale, in contemporanea e con due comunicati stampa, dopo essersi fatti vedere fianco a fianco al corteo del 25 aprile. L’irritazione dei 5 stelle è emersa immediatamente, e l’ambasciata a Massimo Zedda è partita: o noi o loro. Ma Zedda non ha battuto ciglio, così come il Pd non ha detto mezza parola, mentre Sinistra futura ha espresso disappunto. La mossa di Progressisti e Azione è chiarissima, come ha poi confermato il messaggio trapelato da una chat privata: ridimensionare i 5 stelle e il loro strapotere. Cosa che ovviamente non dispiace neanche ai dem.
La tensione, insomma, è alta, anche a causa della battaglia che dura ormai da settimane per la presidenza delle commissioni consiliari. E il Campo largo, che si è già sfasciato nel resto d’Italia, è a rischio anche in Sardegna.









