Cagliari – Odissea per un quattordicenne al pronto soccorso, 13 ore di attesa al Santissima Trinità, durante le quali “abbiamo visto di tutto”, per essere, inoltre, rispediti a casa con un nuovo appuntamento il giorno dopo. La mamma, Tiziana Mori, del ragazzo: Chiedo alla Garante regionale Diritti infanzia, Carla Puligheddu, se è normale che a partire dai soli 14 anni i minori vadano direttamente nei Pronto soccorso con gli adulti”. Problemi alle vie respiratorie non adeguatamente curati a causa di farmaci prescritti non efficaci, ed è così che per un giovane di Quartucciu è stato necessario rivolgersi al pronto soccorso. A raccontare l’accaduto è il genitore del ragazzo che, insieme al marito, ha atteso pazientemente che il figlio fosse preso in carico. Niente da dire per l’operato dei medici, anzi, si danno da fare più che mai per risolvere le urgenze. Il problema sorge per le ore infine di attesa, insieme agli adulti, senza la possibilità di preservare i minori. “Feriti anche gravi, sanguinanti, persone che erano in evidente stato alterato dopo aver assunto stupefacenti possono urtare la sensibilità dei bambini e degli adolescenti. Da madre, ricercatrice specializzata in tutela diritti infanzia, e anche ex Assessore alla Salute e politiche sociali rivolgo un appello al fine di tutelare i minori anche al pronto soccorso: un percorso alternativo riservato solo a loro, magari con tempi di attesa meno estenuanti, e tutti gli specialisti presenti. È stato assegnato un codice azzurro,
urgenza differibile, ovvero condizione stabile con sofferenza, che solitamente richiede approfondimenti diagnostici e visite complesse. Infatti non c’era l’otorino e siamo dovuti tornare il giorno dopo. Dimissioni protette per poi accertare l’origine del male con una tac e altri esami specialistici”. Non solo: tra i compagni di sventura anche una bimba di 6 anni, “aveva una manifestazione cutanea, prima del pronto soccorso Santissima Trinità era stata, ovviamente con la mamma, al Brotzu dove, in quel momento, non era presente un dermatologo. È stata sballotata da una parte all’altra senza nemmeno riuscire a risolvere il problema” spiega Mori. “Mi metto anche a disposizione a collaborare per trovare una soluzione a questa problematica, ho le giuste competenze, l’importante è trovare un rimedio per garantire ai minori un percorso ben diverso da quello che ha dovuto affrontare mio figlio”.









