Un tempo c’erano i locali Aics, uno ogni cento metri, in via San Giovanni. C’erano Le Segerete di Camelot a Pirri, Mr Frog a Castello. C’era Eta Beta in via Alagon, uno dei primissimi locali dove gustando delle ottime pennette panna e prosciutto potevi guardare in diretta le trasferte del Cagliari su schermo gigante. C’era Fuori Orario dietro via della Pineta, dove si ballava sino a tarda notte. La Via del Cacao in ia Satta, il RIbot Pub col serpentone in piazza Michelangelo. E tanti altri.
Era il 1995, l’anno nel quale esplose letteralmente la vita notturna a Cagliari. Poi, molti di quei locali si sono volatilizzati, pochi sono stati regolarizzati oltre l’Aics. I pub sono quasi scomparsi dalla città. Oggi assistiamo a una proposta interessante, lanciata da Casteddu Online, alimentata da un gruppo di ragazzi della Fonsarda. Vogliono rilanciare un quartiere in ombra, ma la verità è che Cagliari sta diventando una città dormitorio. Dominano le pizzerie e i ristoranti, poche le attrattive per i giovani che infatti d’estate scappano a Pula o Villasimius. Anche per merito dell’ordinanza- Cenerentola che al Poetto ha visto Zedda spegnere la musica a mezzanotte, mentre il collega Delunas a Quartu ha autorizzato i concerti sino all’alba. Pochi mesi fa a sfogarsi era stato un ragazzo cagliaritano, Nico Vacca: “Parliamo del fatto che questa città sta morendo e ogni anno è sempre peggio.
Non dico di mettere locali e discoteche in ogni angolo della città ma non è possibile sentire di locali che vengono chiusi ogni settimana. Per cosa poi? Sempre stessi motivi: disturbo.
Non so se disturbino a questo punto più la musica che può provenire da un locale o il disagio che crea il fatto della loro chiusura ( sia per quanto riguarda le persone che ci vivono con questa attività: proprietario e dipendenti, sia il comune che comunque credo che ci guadagni qualcosa, sia come immagine della città stessa).
Ora se andiamo a guardare molti posti sono ormai deserti ( Poetto, Marina Piccola, M. Urpinu ) e ora anche il centro inizia a perdere colpi”.
Non è cambiato molto. E allora dopo la proposta coraggiosa dei ragazzi di Fonsarda dibattiamo su questo: cosa si può fare per tenere viva la notte a Cagliari? Cosa è stato fatto realmente per il divertimento dei giovani? Sarà un altro inverno deserto? Raccontateci le vostre storie.












