Aveva trasformato la vita della sua ex compagna in un incubo fatto di passaggi continui in auto sotto casa per controllare se fosse presente, insulti, minacce di morte e violenze fisiche, tanto da costringerla a cambiare abitudini, installare telecamere e vivere in un costante stato d’ansia. Ora, per un imprenditore sessantenne di Quartucciu, residente a Sinnai, è arrivata la condanna a due anni per atti persecutori e lesioni aggravate. Tutto è iniziato dopo che la donna, una 44enne anch’essa originaria di Quartucciu ma residente a Quartu Sant’Elena, aveva deciso di interrompere la relazione. Una scelta che l’uomo non ha voluto accettare, dando così il via a una spirale di persecuzioni e aggressioni durata oltre un anno e mezzo. Ma i segnali erano già presenti durante il rapporto: fin da allora l’uomo manifestava una vera e propria mania del controllo e del possesso. Come riportato negli atti, gli episodi più gravi si sono concentrati nell’ultimo anno, con aggressioni sempre più frequenti e violente: schiaffi, calci, tentativi di strangolamento, minacce di morte e frasi deliranti su presunti gesti estremi. La situazione è precipitata nel gennaio 2025, quando la donna si è presentata al pronto soccorso con una cervicalgia post traumatica e contusioni, in seguito all’ennesima aggressione. Da lì è scattata la denuncia. L’uomo è stato arrestato e ha trascorso due mesi nel carcere di Uta e altri due ai domiciliari. Ha poi patteggiato una pena di due anni, sostituita con lavori di pubblica utilità. Il giudice ha disposto inoltre il divieto di avvicinamento ai luoghi frequentati dalla vittima, l’obbligo di intraprendere un percorso rieducativo in un centro specializzato e l’applicazione del braccialetto elettronico. Un epilogo giudiziario che restituisce, ancora una volta, il volto tragico della violenza di genere: un uomo che non accetta un “no” e una donna costretta a difendersi da chi avrebbe dovuto rispettarla.











