Il primo sos risale al mese di dicembre. A due mesi esatti di distanza, però, nulla sembra essere cambiato per quanto riguarda i circa mille bambini seguiti dall’ambulatorio dell’età evolutiva di via Romagna a Cagliari. È ancora Paolo Cugliara, segretario provinciale Fials, a rinnovare l’allarme con tanto di lettera ufficiale: “Ancora qui, in attesa di un segnale, tutti i bambini, circa un migliaio, che fanno capo all’ambulatorio dell’età evolutiva del distretto sociosanitario 1 Cagliari–Area Vasta, provenienti da tutta la Sardegna, tutti in attesa di cure, carrozzine e botulino, una tossina per alcuni salvavita. A nulla è valso il sollecito presentato, su richiesta e segnalazione pervenuta da diversi genitori dei bambini che afferiscono al servizio in oggetto, affinché si garantissero adeguate condizioni di vita ai piccoli pazienti di cui il sistema sanitario regionale dovrebbe farsi carico attraverso i servizi della Asl”, attacca Cugliara. “Tante sono state le promesse ma a nessuna si è dato gambe, non solo i servizi deputati non hanno garantito il miglioramento delle condizioni di vita dei piccoli pazienti, purtroppo, l’esito è stato, in alcuni casi, la perdita inesorabile dei risultati raggiunti dai bambini e dalle loro famiglie. Mai come in questo periodo abbiamo assistito a tanto, eppure in sanità ci siamo da più di trent’anni, parrebbe che gli obbiettivi sociali e sanitari si siano persi per lasciare spazio solo a quelli individuali, anche quando si agisce nei tempi e con i denari pubblici e quindi della popolazione sarda, alla quale però non viene dedicato né l’agire né il denaro”.
“Per questi bambini chiediamo attenzione, cura, nella nostra terra, perché non debbano migrare in altri centri d’Italia con costi spesso insostenibili, condizione che costringe tanti alla solitudine del nulla sanitario. Si rammenta ancora una volta che l’ambulatorio in parola è un punto di riferimento regionale non provinciale, si chiede alla Regione di intervenire, di dare risposte e non promesse, sia agli operatori sanitari sottoposti a condizioni lavorative di forte disagio per organici insufficienti che ai pazienti perché le promesse non curano e i bambini, tutti, hanno bisogno di cure”.










