Cagliari, migliaia di studenti in corteo “contro tutte le mafie e per l’accoglienza”

Il ventiquattresimo appuntamento con la marcia organizzata da Libera porta in piazza tantissimi giovani da tutta l’Isola. Molti gi striscioni presenti: “Mafie e poteri vanno a braccetto fino a quando non gli facciamo lo sgambetto” e “blocchiamo le mafie, non i barconi”. GUARDATE le FOTO


Per le ultime notizie entra nel nostro canale Whatsapp

Si sono dati appuntamento in piazza dei Centomila e da lì sono partiti alla volta di piazza del Carmine, dove è in programma una giornata densa di eventi, tutti caratterizzati da uno slogan: “Contro la mafia”. Il ventiquattresimo appuntamento con la Giornata della memoria e dell’impegno in ricordo delle vittime innocenti delle mafie, a Cagliari, prevede la lettura dei nomi di Emanuela Loi, Bonifacio Tilocca, don Graziano Muntoni e Antonio Pubusa. Un momento di ricordo che va in contemporanea con tutte le altre piazze d’Italia. Organizzato dall’associazione Libera e da Sardegna Solidale, la marcia e la giornata in piazza del Carmine vedono la presenza anche di tantissime associazioni del terzo settore e dei sindacati. Ma i protagonisti principali sono i giovani, arrivati da tutta la Sardegna. Negli striscioni si leggono chiaramente i messaggi per la libertà di tutti e contro ogni oppressione o limitazione: “La mafia ha più paura della cultura che della giustizia”, “la nostra primavera contro le mafie per una vita intera”, “blocchiamo le mafie, non i barconi”.

 

Giampiero Farru, responsabile sardo per Libera, è contento nel vedere la tantissima partecipazione di studenti: “I ragazzi nelle loro scuole hanno trovato frasi che rappresentano il loro impegno quotidiano, oggi ricordiamo i morti perchè la vita prevalga. In Sardegna ci sono 250 beni confiscati ad associazioni mafiosi, le mafie vanno dove ci sono gli affari. Le persone non sono problemi, bisogna incontrarle e accoglierle, è un messaggio di umanità”, spiega Farru, “tutti i governi devono avere come priorità le persone più deboli senza distinzioni di lingua, sesso o religione”.