Cagliari, lavoratori del Brotzu in guerra: “Stipendi bassi e stress, pronti allo sciopero della fame”

I sanitari annunciano lo sciopero, a oltranza, da domani, nel pieno dell’estate: “Siamo al punto di non ritorno, ora basta: andremo a protestare anche sotto l’assessorato”


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E ora è davvero un terremoto bello grosso. I tre più grossi sindacati del Brotzu, Cgil, Uil e Fials, hanno annunciato lo stato di agitazione totale dei lavoratori del Brotzu. Il principale ospedale della Sardegna rischia di andare definitivamente in tilt: a partire da domani, venerdì 29 luglio, i sanitari incroceranno le braccia e promettono che, la loro, sarà una battaglia molto lunga. Uno stato di agitazione permanente che porterà, se non ci saranno risposte valide, anche a gesti più estremi. A dirlo è Attilio Carta, segretario della Uil: “Il Brotzu è al capolinea. Oramai la gravità della situazione in cui versa l’ultimo vero baluardo della sanità pubblica sarda è arrivata al classico punto critico di non ritorno, o quasi. In questi ultimi anni i colpi inferti, da poteri eufemisticamente ignoti, quanto oscuri ai più e progressivamente pesanti, sono stati innumerevoli e persistenti”, denuncia Carta. “Ancora si continua con colpevole arroganza aggravato dal classico “fuoco amico”. Come sindacati abbiamo incessantemente denunciato tutto questo, a tutte le autorità competenti con l’unica risposta colpevole e funesta del più assordante assordante silenzio da parte delle autorità variamente variamente competenti”.

 

 

Ed eccole, in fila, le ragioni principali che portano allo sciopero: “Non è più possibile che in presenza di una situazione così catastrofica ci si rimpalli sulle reali disponibilità di personale di assistenza, con risposte contraddittorie da parte di azienda, assessorato e ora persino Ares, non si intervenga, da parte dello Spres persino negandolo, per monitorare e contrastare i pesantissimo stress lavorativo, aggravato tra l’altro dagli effetti della pandemia” e “si persista nel non nominare i direttori sanitario e amministrativo del più grande ospedale pubblico sardo tuttora illegittimi, rinviando tale decisione a dopo il vergognoso rimpasto di giunta, unica cosa che pare interessi la classe politica sarda”. Carta e i suoi colleghi della Cgil, Mariano Melis, e della Fials, Paolo Cugliara, ricordano le tappe che hanno portato all’annuncio dello sciopero ad oltranza: “I lavoratori sardi sono i meno pagati d’Italia e, tra loro, il colmo dei colmi, quelli dell’Arnas persino i meno remunerati di tutta la Sardegna. È vergognoso infatti che i Lavoratori della realtà sanitaria pubblica più grande,

percepiscano pure due o tre fasce economiche in meno rispetto ai loro colleghi sardi. Non va nemmeno scordato, tra l’altro, che da ospedale squisitamente Covid free, dovendo di norma garantire, per sua stessa natura, le urgenze-emergenze a tutta la popolazione sarda, una parte di esso sia stata adibita in reparti Covid. E pure senza nemmeno percepire l’indennità di malattie infettive, perché Azienda e Regione non hanno attivato le procedure per il relativo accordo regionale in tal senso. Con tutti gli eventuali rischi di contagi trasversali che, ovviamente, da tale promiscuità, ne derivano, coinvolgendo infatti sia i pazienti che i lavoratori”. Insomma, in piena estate, con la Sardegna invasa dai turisti, il Brotzu va verso un clamoroso blocco delle attività. E, come si legge nelle note firmate e spedite ai vertici dell’Arnas, al prefetto di Cagliari Gianfranco Tomao, al presidente della Regione Christian Solinas e all’ assessore regionale della Sanità Mario Nieddu dai primi tre sindacati, per numero di iscritti, del Brotzu, le prossime tappe sono anche più dure: “Senza risposte e impegni precisi sono previste tra l’altro una serie di ulteriori azioni, alcune molto eclatanti senza escludere sciopero della fame e quant’altro, con manifestazioni in presenza sia in azienda che in assessorato”.


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