Cagliari, l’urlo degli addetti al ritiro dei rifiuti delle Rsa: “Vogliamo essere vaccinati anche noi”

Il ritiro della spazzatura? Anche “negli studi medici e nelle residenze per anziani”. L’sos di Sergio Podda, amministratore di una società di ritiro rifiuti: “Siamo una categoria a rischio, non vogliamo scavalcare chi ha 80 anni ma vogliamo essere tutelati anche noi.  Piscologi e informatori medici corrono meno rischi: ci sentiamo abbandonati”


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Tutti vogliono vaccinarsi, il Covid ovviamente fa paura. E, tra le categorie lavorative di chi spera, presto, di ricevere almeno la prima dose del vaccino, c’è quella degli addetti al ritiro dei rifiuti delle Rsa. “Operiamo in tutta la Sardegna, tra studi medici privati e Rsa. Siamo una categoria a rischio, durante tutta la pandemia abbiamo sempre lavorato per smaltire correttamente i rifiuti, anche quelli ‘infetti’ del Covid-19. Abbiamo avuto una visita da parte dell’ispettorato, hanno validato le nostre procedure di sicurezza. Oggi siamo a forte rischio infettivo”, spiega Sergio Podda, 57 anni, amministratore delegato di una società che si occupa di raccogliere e poi smaltire la spazzatura: “Abbiamo venti dipendenti, entrano all’interno delle strutture sanitarie, alcune delle quali hanno avuto anche cluster di Covid, l’anno scorso. Garantiamo la sicurezza delle stesse strutture, perchè non siamo tra quelle categorie che hanno diritto alla vaccinazione? Per noi è un rischio. Altre categorie, come psicologi e informatori medico scientifici, corrono rischi minori”.
“Non vogliamo saltare nessuna fila, abbiamo mandato una Pec all’Ats da due settimane, non abbiamo ricevuto nessuna risposta”, prosegue Podda. Che lancia un chiaro appello: “Anche la nostra categoria, che si occupa con rischio di raccolta di rifiuti infetti, deve poter accedere alle vaccinazioni. Faccio mio l’appello di Draghi: vacciniamo prima gli anziani, ma poi subito tutte le altre persone a rischio”.