In diretta dall’incubo. L’aereo che vola bassissimo, che non ce la fa più a salire, che volteggia a bassa quota intorno a Cagliari per 40 lunghissimi minuti. La paura. Non le grida ma un silenzio assoluto a bordo. Passeggeri pietrificati, dalla tensione. Come una lunga apnea, tutti insieme lì, a trattenere il respiro. Così i passeggeri cagliaritani, oltre 150, che ieri pomeriggio erano a bordo dell’Airbus Easyjet da Cagliari a Londra, raccontano la loro disavventura. Colpa di un problema al portellone dell’aereo, che ha costretto l’equipaggio a un difficile rientro a Cagliari, con un “rumoroso atterraggio di emergenza”. Ma quel che ha fatto più paura è stato il lunghissimo silenzio del comandante, mentre per decine di minuti l’aereo non riusciva a salire di quota e volava basso sul cielo cagliaritano. Un silenzio interrotto da quella comunicazione solo in Inglese: “Unfortunately we arte not a le to reach stansted tris morning, something Is not working Property with this plane”. Una passeggera che viene assalita da un attacco cardiaco, soccorsa da un medico persente a bordo. Le urla tra membri dell’equipaggio e viaggiatori.
A raccontare la cronaca dell’incubo nei dettagli è la cagliaritana Annarita Montanaro, che organizza eventi in tutto il mondo per le case farmaceutiche internazionali: “Molti avevano quasi paura di esprimere le loro emozioni e le loro paure- spiega la donna cagliaritana- mi ha colpito molto il papà del ragazzino che quando ha capito che l’aereo era in pericolo ha urlato “Che bello adesso scendono tutte le maschere ..”, mentre io ridevo di questa reazione il padre era in apnea e neppure guardava il figlio. E stata una giostra .. di virate continue su Cagliari .. senza fine e senza possibilità di prendere quota … il tutto senza spiegazioni … Se non una comunicazione allo staff di bordo di mantenere i loro posti seduti e non alzarsi .. questo comunicato ha scatenato il primo livello di panico .. e il sospetto di un problema serio si è fatto strada tra i passeggeri in apnea”.
E il problema c’era davvero, tanto che l’aereo alla fine è tornato sulla pista di Elmas. Annarita Montanaro, che per lavoro viaggia diverse volte al mese, spiega: “In quei momenti puoi solo affidarti ed accompagnare dolcemente quei tentativi di salvataggio, il comandante non era in grado di gestire le emozioni sue e dei passeggeri e all’arrivo non ci sono state fornite neppure le scuse della compagnia Easyjet. Il personale dovrebbe essere in grado di gestire queste situazioni e supportare con le giuste parole i passeggeri: dentro quell’aereo tutti ci siamo sentiti in ostaggio, e questo è terribile. Eravamo tutti immobili, quasi incapaci di parlare in quei bruttissimi momenti. Nel secondo comunicato il comandante parlava anche di una perdita idrica .. e del carrello .. E chiedeva allo staff di bordo di supportarci per prepararci ad un atterraggio difficile. Io viaggio sempre per lavoro ma questa volta ho avuto davvero paura“.












