di Paolo Rapeanu
L’ombra lunga di un commissario “avvolge” il teatro Lirico di Cagliari. La fondazione di via Sant’Alenixedda si trova infatti a dover fare i conti con una decisione – meglio, una procedura – proveniente da Roma, dagli uffici del ministero dei Beni culturali. Come mai? Ballano alcune inadempienze, quella più grossa è di due milioni di euro dati ai lavoratori sulla base di un accordo sindacale ma mai recuperati. Perché? Perché poi dai piani alti del Lirico hanno ritenuto che tutti quei denari dati tra il 2008 e il 2011 non fossero dovuti. Ma mai nessuno li ha mai richiesti indietro. E il rischio del commissariamento del principale teatro isolano è davvero dietro l’angolo. Giuseppe Andreozzi, fresco di nomina a presidente della fondazione, è però di diverso avviso. Dopo aver letto tutte le carte, “abbiamo già spedito le controdeduzioni, e ora ci attendono due settimane di tempo per conoscere il nostro destino”.
Fa un ragionamento in “avvocatese” – e non potrebbe essere altrimenti, visto che il 65enne ex consigliere comunale dei RossoMori è avvocato – Andreozzi: “Assolti o colpevoli”, uno tra questi due verdetti deve arrivare dal Mibact. “Abbiamo letto le carte e i presupposti per il commissariamento non ci sono. Ne usciremo a testa alta, ricordo comunque che, siccome il provvedimento nasce da un atto istruttorio fatto dagli uffici e dal Mibact, un’eventuale scelta del commissariamento può essere decisa solo dal ministero della Cultura. Ma il nostro bilancio è in attivo, siamo passati dai meno 4 milioni del 2014 al milione e 200mila euro del 2017”. Domani è previsto un incontro tra Andreozzi e i sindacati interni e territoriali, per fare il punto della situazione.












