Salvano la vita o, meglio, aiutano a prevenire incidenti. Cagliari città dei dossi, magari realizzati in grosso ritardo dopo l’ennesima vittima della strada (il caso del piccolo Daniele Ulver, travolto in via Cadello, aveva raggiunto un’eco nazionale), ma anche in via Bacaredda, via Sonnino, accanto a via Satta, nel viale Marconi dove ancora oggi migliaia di automobilisti si fanno il segno della croce dopo il passaggio dalla doppia corsia alla corsia obbligata tra via Galvani e la strada che costeggia lo stagno. Pezzi di strada rialzati che, se da un lato dovrebbero portare automobilisti, scooteristi e guidatori di bus ad alzare in tempo il piede dall’acceleratore, dall’altro si confermano, in più di un caso, una prova di riflessi troppo ardua. Dossi rialzati anche nel lungo viale Diaz, nonostante le quattro corsie siano divise tra loro, equamente, da un’aiuola centrale. Una “moda” che ha presto contagiato anche Quartu, dove nei prossimi mesi saranno realizzati tanti attraversamenti pedonali rialzati.
Utili, quindi, per scongiurare incidenti, ma non per salvare i portafogli degli automobilisti che si trovano a dover sperare di poter fare chissà quale slalom per evitarli: sospensioni, marmitte e coppe dell’olio danneggiate sono tutt’altro che una rarità. E sorprende notare attraversamenti rialzati anche quando si deve entrare con auto o scooter in molte strade parallele alla via Dante, dove già lo spazio di manovra, con i marciapiedi infinitamente più larghi, è minimo. E così, se l’auto subisce un anno le opzioni sono due: ripararlo, ma bisogna sapere dove mettere le mani, o rivolgersi ad un meccanico dove, spendendo centinaia di euro, si riesce a riavere l’automobile in tempi rapidi. Ma così rapidi, però, per impensierire chi, tra 30 chilometri orari e il desiderio di una città tutta pedonale o ciclabile, vorrebbe piazzare addirittura dossi in ogni strada di Cagliari.









