Dati rubati online e finiti prima nel dark web e poi, dopo un cospicuo versamento, arrivati tra le mani di un truffatore che, dopo aver fatto acquisti a suo nome su Amazon e pubblicato contenuti inappropriati sul canale Yotube di Alexa Tiddia, l’ha ricontattata fingendo di essere un dipendente dell’Unicredit e, dietro la falsa promessa di un aiuto a liberarsi dagli hacker, è anche riuscito a spillarle 3500 euro. Una truffa ben architettata, quella subita dalla Tiddia, 29enne di Pabillonis da tempo trasferita in Emilia Romagna per motivi di lavoro. Tutto inizia a maggio 2023: “Ho ricevuto una telefonata e un uomo mi ha detto di essere un dipendente della mia banca e mi ha avvisata che qualcuno con un iPhone uguale al mio stava facendo varie transazioni. In parallelo ho ricevuto un sms dal canale della banca. C’erà scritto di seguire le indicazioni dell’operatore al telefono, invece era un messaggio fasullo”. Creato, molto probabilmente, da un hacker esperto. “Ho fatto un bonifico su un altro conto che mi avevano indicato e segnalato come protetto, mi sono fidata e ho perso 3500 euro”. Una somma non da capogiro ma comunque fondamentale per la ventinovenne: “Avevo fatto sacrifici per lavorare e riuscire a mantenermi da sola in Emilia Romagna, mi sono ritrovata a ripartire da zero”.
La donna ha letto vari articoli di Casteddu Online legati a operazioni vincenti dell’Adiconsum Cagliari e ha contattato il presidente, Simone Girau, spiegandogli tutto nel dettaglio. E, alla fine, il buon senso ha vinto: “La mia banca mi ha ridato i 3500 euro e anche venti euro in più”. E il truffatore? “Ho solo scoperto che vive in provincia di Salerno e che fa parte di una band a di truffatori. A tutti dico di tenere gli occhi sempre aperti per evitare raggiri”. Simone Girau, presidente di Adiconsum Cagliari, aggiunge che “Il fenomeno delle truffe informatiche è in forte aumento ormai da oltre un decennio. Le tecniche del raggiro sono sempre più avanzate e combinano vari strumenti come sms, e-mail e chiamate vocali per acquisire credibilità. Ricordatevi però che, anche quando si cade vittime dell’inganno, gli istituti di credito hanno l’obbligo di compiere una vasta serie di azioni a tutela dei clienti. La storia della nostra cara socia, che ringraziamo per la testimonianza, può essere d’esempio nel non darsi mai per vinti di fronte all’ingiustizia”.










