Nel giorno della visita a Cagliari del ministro dell’Interno Matteo Piantedosi, il sindaco Massimo Zedda accende i riflettori su quelle che definisce le due vere, grandi emergenze della città: pedopornografia e prostituzione. Un fenomeno sommerso, ma in crescita, che – secondo il primo cittadino – richiede attenzione immediata e strumenti adeguati. Durante l’incontro istituzionale, Zedda ha spiegato che, sul fronte della sicurezza, Cagliari mantiene livelli di controllo più elevati rispetto ad altre città italiane, è all’ottantesimo posto per livello di pericolosità, ma presenta vulnerabilità specifiche che non possono essere ignorate. La pedopornografia online, in particolare, rappresenta un nodo critico che coinvolge sempre più minori, mentre la prostituzione continua a muoversi in aree grigie difficili da monitorare.
Il sindaco, poco prima dell’incontro con il ministro in prefettura in occasione del comitato per l’ordine e la sicurezza, ha richiamato anche l’attenzione sul contestato trasferimento in Sardegna di detenuti sottoposti al regime del 41 bis, sottolineando come una realtà insulare “fragile” come quella sarda debba essere dotata di presidi di sicurezza più solidi e di risorse adeguate. “Serve più personale, nella polizia locale e soprattutto nella polizia di Stato – ha detto – perché il carico delle emergenze cresce”.
Un’altra area di preoccupazione riguarda la popolazione giovanile, descritta dal sindaco come “più turbolenta” rispetto al passato. Zedda ha parlato della necessità di intervenire fin dalle scuole per contrastare fenomeni di aggressività che in alcuni casi sfociano in episodi drammatici, come risse gravi e perfino omicidi. Il tema della violenza di genere, inclusi i femminicidi, resta inoltre una ferita aperta.
Tra le criticità evidenziate emerge infine la sicurezza stradale: un numero elevato di incidenti e la questione dei condoni concessi a chi ha violato il codice della strada alimentano un clima di scarsa responsabilizzazione. “Anche questo – ha ribadito il sindaco – è un tema di sicurezza: non possiamo tollerare che l’impunità diventi la norma”.












