Hanno macinato tanti chilometri, da Nuraminis sino a via Romagna a Cagliari, per arrivare puntuali all’appuntamento con la visita quindicinale al centro Tao della Cittadella della salute, Luciano Mocci, 60 anni, presidente della Protezione Civile del paese, e la moglie, di un anno più giovane. È lei che, “dopo un’operazione al cuore e due ictus, ha necessità ogni 15 giorni di un controllo accurato da parte dei medici”. Peccato che l’attesa, sia per la donna sia per gli altri malati, sia stata molto ma molto scomoda: “Sotto la pioggia, vittime delle intemperie e senza nessun riparo. I tendoni e i gazebo della Protezione Civile, piazzati durante l’emergenza Covid, non ci sono più. Oggi siamo al si salvi chi può e al non si ammali chi può”, dice, infuriato, Mocci. “Abbiamo atteso mezz’ora, mia moglie era in fila con il suo bigliettino in attesa di essere chiamata per il prelievo del sangue, e si sa benissimo che non spaccano mai il minuto. Figurarsi come può essere difficoltosa, l’attesa, sotto un acquazzone”.
“I rischi per la salute sono abbastanza elevati”, nota Luciano Mocci. “Mi chiedo quanto costi mettere una protezione, ora che finalmente è arrivato l’autunno, anzichè lasciare una situazione da terzo mondo. L’Ats sa benissimo che i pazienti del centro Tao sono tanti e che bisogna attendere prima di entrare negli ambulatori”










