Ti vedono, ti cercano, ti aspettano. Conoscono le tue abitudini, i tuoi orari, la tua auto, la tua bicicletta. Sanno tutto di te, a volte perfino dove abiti e con chi. E aspettano che tu sia sola, meglio se a piedi, ma va bene anche con il finestrino dell’auto abbassato. La richiesta è sempre la stessa: denaro. Minimo un euro. Alcuni, più modesti, fingono almeno di venderti fazzoletti, altri hanno smesso da tempo con il commercio. Esigono solamente. E poco importa se fai loro notare che, tra andare e tornare dal posto di lavoro, dovresti spendere tra i 5 e i 10 euro al giorno di “elemosine”, vista la loro presenza in quasi tutti gli incroci che attraversi contemporaneamente.
“Ma io ho fame” ti dicono con voce stizzita, “devo pagare l’affitto” come se l’offerta fosse dovuta. Poi osservi le bottiglie vuote poco distanti e capisci dove vanno a finire, forse, le tue offerte. E guai a lasciare qualche spicciolo. Se lo fai è per sempre, l’offerta diventa tassa. Dopo aver provato inutilmente a cambiare percorso in auto – ma alla fine le strade sono quelle – dopo aver rinunciato alla consueta passeggiata a piedi, cosa rimane? Forse di chiuderci in auto, facendo bene attenzione a premere la chiusura centralizzata perché, sì, è successo anche che qualcuna abbia visto aprire con violenza il proprio sportello lato guida. E questo nonostante la solidarietà dovuta a chi soffre, per una donna rappresenta comunque un pericolo. Benvenuti a Cagliari.