Per sperare di ottenere una mammografia l’unica strada è il Cup, e i tempi sono tutt’altro che brevi. Ci sono tantissime donne che attendono di essere sottoposte a quello che è un controllo molto importante, e in alcuni casi ci si mette anche l’Asl, o le Poste, a complicare la già delicata situazione della sanità sarda. Come nel caso di Michela Di Pilla, cinquantenne cagliaritana. La possibilità di eseguire, a costo zero, lo screening nel reparto di Senologia del San Giovanni di Dio era previsto lo scorso sei dicembre alle 8:45. La stessa Asl aveva raccomandato la massima puntualità. Ma la donna ha scopeto, solo oggi, di essere tra le destinatarie di un’importante opportunità: “La lettera è stata consegnata solo oggi, quindici giorni dopo la data prefissata. Certo, non ho urgente bisogno di fare una mammografia, ma sarebbe stata comunque una comodità”. Si parla tanto di prevenzione sanitaria, poi capitano queste situazioni che, davvero, hanno dell’incredibile. Il giorno dell’appuntamento, ovviamente, la De Pilla non si è presentata in reparto e nessuno si è preoccupato, visto che non ha ricevuto nessuna telefonata.
“Mi chiedo come siano possibili errori simili”, aggiunge il padre della cinquantenne, Elio. “L’Asl non ha un elenco con tutti i nominativi delle persone invitate a fare uno screening mammografico, con tanto di data di consegna delle lettere? In questi ultimi tempi si attacca tanto il settore della sanità per tutte le pecche che ci sono, e anche un fatto simile non va certo sottovalutato. Ho incontrato la postina mentre stava imbucando le lettere, mi ha detto che ne aveva anche altre, sempre dell’Asl”. E la domanda è una: ritardo delle Poste o ennesimo disservizio della sanità pubblica?









