È tornata sui libri nonostante un lavoro e una famiglia alla quale dover badare, ed è riuscita a conquistare la laurea in Scienze della comunicazione all’Università di Cagliari con la votazione finale di 102 su 110. Nessuna lode accademica ma una “auto lode”, a livello di stima, pienamente meritata per Maria Annunziata Giannotti. 53 anni, nata a Nuoro, lavora all’Istituto etnografico della Sardegna. Sposata, quattro figli, tre anni fa ha ripreso a studiare per conquistare quella coroncina d’alloro non arrivata, per vai motivi, da giovane. E con una particolarità in più: la sua tesi “Il cinema documentario come veicolo di comunicazione. L’esempio di come l’Isre si rapporta al documentario” l’ha discussa, davanti alla commissione esaminatrice, in sardo: “Ho utilizzato l’italiano solo nella premessa, poi tutte le altre parti le ho esposte in ‘limba’, aiutandomi con due dizionari, uno dei quali è quello sardo-logudorese, cioè il vero sardo”. Ha badato anche all’estetica, la Giannotti: “Mi sono presentata con uno scialle realizzato ad Oliena e un bottone ultracentenario, di proprietà di mio marito, di Burgos. Insomma, una piena passione, quella della 53enne per la tradizione e l’identità isolana.
“Certo”, riconosce, “al giorno d’oggi bisogna avere una piena padronanza di lingue quali inglese e spagnolo, però quella sarda rappresenta un carattere dominante della mia identità. Parlo sardo sin da quando sono nata, proprio come i miei genitori. Da piccola non è stato facile, Negli anni Ottanta, alle elementari, un bambino o una bambina che parlavano principalmente ‘sa limba’ erano visti come un problema dalle maestre”. Tuttavia, il tempo è passato. Difficile laurearsi nei tempi nonostante lavoro e famiglia? “Beh”, dice, ridendo, la neo dottoressa in Scienze della comunicazione, “diciamo che non è stata certo una passeggiata. Alla fine, però, ce l’ho fatta”.











