I palloncini rossi e blu “contro” l’arancione della Sardegna, l’ultima beffa “cromatica” che si sono trovati a dover vivere anche i giostrai dell’Isola. La zona bianca è durata pochissimo e così, loro, hanno spento la triste candelina del primo “compleanno Covid”. Sono fermi da marzo 2020 e, a parte pochi giorni durante l’estate, non hanno mai potuto lavorare. I ristori? “Bassi, insufficienti. Non bastano a coprire le perdite”, questo il principale grido, lanciato dai titolari di giostre luna park e circhi, presenti in piazza Garibaldi a Cagliari per una manifestazione che è sì di protesta, ma anche di “visibilità. Vogliamo accendere un faro sul nostro settore”. Chieodno di poter ripartire in sicurezza, i giostrai, e di essere levati da quelle categorie che devono stare ancora ferme. Un’azione, quest’ultima, che può fare solo il Governo Draghi. I cartelli sono chiari: “A luci spente nessuno di diverte, riaprire i luna park”, “Divertimento all’aperto chiuso da un anno”.
Tra chi manifesta c’è Luciano Marengo del Matherland, Diego Davoli della maxi ruota panoramica “simbolo” di ripartenze e nuovi stop e Gianluigi Mura, un altro storico giostraio cagliaritano. Ma c’è ance chi è arrivato da Alghero, Olbia e Sassari. Tutti uniti per chiedere di “poter tornare a lavorare”.









