Ha cercato un lavoro per avere una entrata fissa per tutta l’estate che, nei suoi obbiettivi, vuole ancora essere all’insegna del lavoro dopo il diploma, conquistato in ritardo di qualche anno. Ma Martina Floris, trans 21enne originaria di Cabras ma residente da sette anni a Cagliari, si è dovuta scontrare contro i pregiudizi, ancora molto ben radicati, a quanto pare. La giovane ha fatto una prova in un locale per lavorare come cameriera: “Era andato tutto bene. Ero piaciuta agli altri lavoratori e loro erano piaciuti a me. Tra loro c’è anche una mia cara amica che mi aveva assicurato che il mio essere transessuale non sarebbe stato un ostacolo”. Alla fine, però, sembra che lo sia stato: Martina Floris ha raccontato pubblicamente, con un post su Fb, la sua disavventura.
“Non sono stata ricontattata, un po’ strano dato che sono piaciuta. Dopo due settimane ho deciso di chiedere a questa mia amica il perché.
Beh, lei ha ammesso a malincuore che on sono stata assunta non perché non sia piaciuta lavorativamente, ma perché donna trans e quindi giudicata. Sono arrivate delle lamentele da parte dei clienti, quindi il proprietario ha deciso di non chiamarmi. Sapete cosa mi dispiace di più a me? Che un’altra volta, nel 2023, sia stata più forte la paura di perdere clienti per il pregiudizio ed il pregiudizio che il bisogno di personale in gamba. Non per vanità”, osserva la ventunenne, “però se son piaciuta un motivo ci sarà. Non voglio mai più sentire che le donne trans sono tutte m***, perché sì, molte scelgono di fare quel mestiere, altre come me no e soprattutto ce ne sono ancora altre che sono spinte a farlo se vogliono campare perché la società non le fa lavorare perché trans. Italia, non ci siamo. Io probabilmente non farò mai la prostituta, perché grazie al cielo ci sono tantissimi locali in cui non è questo lo spirito, però il mio pensiero oggi va a coloro che portate dalle porte chiuse in faccia, ingiuste perché classiste, hanno preso quella strada obbligate”.











