La posizione è ottima, il rione simbolo della movida e del turismo di Cagliari garantisce un buon passaggio e altrettanti buoni incassi. Meglio, garantirebbe: con l’aumento dei prezzi delle bollette e di tutti i prodotti, nel quartiere della Marina poter vendere o dare in affitto un locale ad un prezzo che, sino a pochi anni fa, chiunque avrebbe accettato, è diventato impossibile. O quasi. Lì, nelle viuzze avvolte dai profumi di spaghetti alle arselle, orate e bistecche, anche chiedere 50mila euro per un’attività già avviata, sia per vendita o come buonuscita, è un azzardo. Con la A maiuscola, almeno stando a quanto osserva il presidente del consorzio dei commercianti, Gianluca Mureddu. Ci sono due casi su tutti. In via Barcellona un ristorante, aperto da circa cinque anni, è in vendita. Il titolare ha pubblicato l’annuncio sui social: “Cinquantottomila euro, documenti in regola e pronto per lavorare”. Altra strada, via Napoli: da un anno un bar ha abbassato le serrande e i titolari cercano chi possa prenderlo in gestione. Risultati concreti, al momento: nessuno.
“Nel caso del bar i titolari, almeno un anno fa, volevano 50mila euro di buonuscita più duemila euro al mese di affitto”, racconta Mureddu. “Per quanto riguarda il ristorante, lo trovo un prezzo proibitivo, oggi. Poteva essere accettabile anche quattro anni fa, ma con l’aumento delle bollette e di tutte le tasse i costi sono saliti. Non è più possibile investire su una nuova attività che, anche se posizionata alla Marina, se non fa certi numeri significa fallire prima di aprire. C’è anche il personale da assumere e pagare. Facendo tutti questi calcoli o fai numeri importanti o, se non lavori bene tutto l’anno, rischi di chiudere”. Ciò che fa capire quanto sia tragico il momento è proprio il paragone tra meno di cento mesi fa e oggi: “Cinquantamila o cinquantottomila euro vanno bene, come richieste, per i locali, già avviati, arredati e forniti. Ma diventano richieste troppo alte proprio per gli aumenti generalizzati, che bloccano i tentativi di fare impresa”.










