Un grido disperato arriva da M.M., figlio e tutore di un anziano disabile, che da tempo lotta per ottenere un bagno accessibile per il padre invalido. L’uomo denuncia l’assenza di interventi concreti da parte delle istituzioni, nonostante le numerose richieste d’aiuto. “Mio padre invalido senza una gamba, senza bagno per fargli la doccia, bagno non agibile per via delle barriere architettoniche e qui si continua a fare il look a quali quartieri?”, denuncia con rabbia. Il bagno dell’abitazione, infatti, risulta inutilizzabile, rendendo ogni giorno una sfida carica di umiliazioni e difficoltà. “Vorrei solo sapere a chi mi dovrei rivolgere. Forse al capo dello Stato? Visto che nessuno ha preso in mano la situazione, parlo delle istituzioni: cosa devo fare, chiedere alla gente che può aiutarmi una colletta?”. L’indignazione dell’uomo cresce di fronte al silenzio delle autorità: “Io continuerò finché qualcuno si prenda la responsabilità di dirmi che non ci sono soldi per certe persone. Arriverò per babbo a fare gesti che non vorrei mai fare, ma forse si sveglieranno solo in certe situazioni”. Una battaglia fatta di determinazione, stanchezza e amarezza: “E io non riesco a fare star bene babbo… complimenti al Comune. Sì che insisto, ma questo è troppo”. Con queste parole, M.M. esprime il senso di impotenza di chi si ritrova da solo a combattere per un diritto essenziale: la dignità.