Al Brotzu va avanti la guerra infinita dei lavoratori rimasti, da sempre, senza i buoni pasto. Succede così: nel più grosso ospedale sardo, se sei un dirigente che svolge servizio di urgenza hai il ticket garantito, se sei infermiere oppure OSS, invece, no. A fare arrivare la protesta alla ribalta nazionale è la UilFpl con il suo segretario territoriale dell’area vasta Attilio Carta e io segretario aziendale Fabio Sanna: “Siamo costretti ad appellarci a tutte le autorità competenti in materia di ispe ispezione per la tutela dei diritti e del benessere dei lavoratori. Compreso quello, universalmente sancito, senza se e senza ma, da tutta la normativa vigente, e ora puntualmente confermato anche dalla Corte di Cassazione, del diritto al pasto di tutti i lavoratori, nei giorni di effettivo servizio, impegnati in turni superiori alle sei ore lavorative”.
“Negare tale diritto agli operatori sanitari dell’unico baluardo pubblico sardo”, attaccano Carta e Sanna, “quale presidio sanitario pubblico più importante della Sardegna, il Brotzu di Cagliari. Ci sembra palesemente irrispettoso della dignità personale e professionale degli operatori. È disarmante constatare il silenzio tombale di tutti gli organi locali competenti in materia di gestione, controllo e ispezione, a tutela e rispetto dei sacrosanti diritti contrattuali dei lavoratori. Non possiamo arrenderci a tale inerzia istituzionale, convinti come siamo che la sana e onesta caparbietà sindacale alla fine trionferà, ponendo fine a questa macelleria sociale e professionale. Ci troviamo di fronte a quei famosi angeli ed eroi, tanto decantati dai media anche nazionali, che quotidianamente si sacrificano, h 24, per garantire il diritto al benessere e alla tutela della vita di tutta la popolazione sarda e nazionale. A questi operatori, notoriamente sfruttati e sottopagati, gli si può negare anche il diritto al pasto, garantito invece dalle norme giuridiche e contrattuali vigenti? Anche alla luce dell’ennesima circolare interna emanata dall’amministrazione del Brotzu con cui la stessa unilateralmente sancisce che hanno diritto al pasto solo i dirigenti impegnati, oltre le sei ore, nell’attività di urgenza emergenza, escludendo vilmente tutti gli altri operatori, infermieri e Oss, come se questi ultimi fossero in ospedale per oziare e non per lavorare. Va comunque evidenziato che i lavoratori dell’Arnas, pur rappresentando un’eccellenza sanitaria di rilevanza nazionale e costituendo il maggior baluardo della sanita pubblica isolana, notoriamente, siano i meno pagati e piu bistrattati dell’intera Sardegna”.










