L’unica fortuna, per così dire, è che era la prima volta che doveva accompagnare la donna che segue da anni ad una visita medica al San Giovanni di Dio di Cagliari. Ma quanto ha vissuto in mattinata, Laura Riva, giura che se lo ricorderà a lungo. Lei, assistente domiciliare di una disabile psichica di sessantasei anni, si è presentata al volante della sua automobile davanti all’ingresso dell’ospedale. E lì ha fatto conoscenza con una delle guardie giurate: “Erano le 9:45 e faceva già tanto caldo, il vigilante ci ha bloccate, impedendoci di arrivare al reparto di Odontoiatria che si trova in fondo ad una lunga discesa”. La Riva ha subito spiegato le sue ragioni: “Stavo accompagnando a fare una visita, già prenotata, la mia assistita. Fare tutta quella strada a piedi, sotto il sole già cocente, sarebbe stato un delirio. La guardia giurata è stata, all’inizio, irremovibile. Pretendeva che sulla macchina fosse esposto un pass per disabili, ma quello si mette principalmente quando la disabilità è motoria”. E la sua assistita può camminare benissimo, i problemi non sono alle gambe.
“Alla fine mi ha fatto passare, dicendo che solo per stavolta avrebbe chiuso un occhio. Appena arrivate in reparto ho subito segnalato il fatto ad una delle dottoresse, mi ha detto che questi modi di fare da parte di alcune guardie della cooperativa che gestisce il servizio vanno avanti da tempo. Eppure”, osserva la Riva, “sarebbe bastata solo un po’ più di umanità sin dall’inizio. Se vedi che una persona ha una fragilità, come puoi pensare di farle fare tanta strada sotto il sole, per giunta in un’area che appartiene ad un ospedale?”.










