La voce è rotta dalla disperazione e dalla commozione, ma è impossibile notare anche la più leggera sfumatura di rabbia. Massimiliano Mastromarino, 34 anni, lavoratore a bordo delle crociere della Costa, è il figlio di Massimo, il 57enne in sella alla sua Honda travolto e ucciso in viale Ferrara a Cagliari da Carlo Pisu, 41enne di Sinnai, al volante della sua Ford: “Mio padre era un grande cacciatore, un amante della caccia e della natura. Ha fatto anche il paracadutista, amava vivere, il buon cibo e la convivialità”, dice, con la tristezza che spicca da ogni singola parola, il giovane. Una famiglia distrutta: Massimiliano non ha più il padre, sua madre Lidia il marito: una famiglia semplice, lui armaiolo lavoratore civile nell’Esercito, lei impiegata al Comune di Elmas. Il cinquantasettenne, sedici anni fa, era scampato ad un altro grave schianto: “In viale Monastir, un’auto aveva fatto un’inversione a U, colpendolo. Aveva rimediato fratture alle costole, aveva anche un polmone bucato: si era salvato per miracolo ma aveva dovuto interrompere l’attività di tiratore perchè gli veniva difficile sparare”. Anche nelle battute di caccia: “Gli amici lo portavano a caccia, ma era un ospite”. Ma era, comunque, vivo. Oggi, il dramma: Pisu che imbocca contromano viale Ferrara proprio mentre arriva Mastromarino. Impatto fatale, il corpo dell’armaiolo e cacciatore che vola per diversi metri prima di finire, violentemente, sull’asfalto.
L’investitore, accusato di omicidio stradale, attraverso il suo avvocato Piergiorgio Statzu, si è già difeso: “Strada mai fatta, tradito dal navigatore”. E il figlio di Mastromarino è netto: “Mi dispiace, perchè si porterà per tutta la vita questo peso anche lui. Purtroppo la situazione è questa”, sospira, “non ho parole di rabbia, in mezzo ad una strada un incidente può succedere”, dice il 34enne. Già fissato il funerale del padre: mercoledì 29 dicembre, alle 16, nella chiesa di San Massimiliano Kolbe a Cagliari.










