Un altro bar che chiude, a Cagliari, nel giro di poco tempo. L’inaugurazione del bistrot del Parco della Musica era avvenuta il sette luglio 2018: nell’area green già aperta da sette anni il Comune era riuscito a dare in gestione, tramite bando pubblico, la struttura. Un’apertura vista come un “miracolo” da molti dei frequentatori di un parco nel quale, ancora oggi, non c’è una sola fontanella d’acqua. E nel bistrot, oltre all’acqua, è stato possibile acquistare caffè, cappuccini, pizzette sfoglia, gelati e bibite, analcoliche e alcoliche. Molto animato soprattutto nel periodo estivo (che in Sardegna dura ben più dei tre mesi canonici), il bistrot aveva chiuso i battenti ai primi di marzo, parallelamente alla chiusura di tutti i parchi pubblici per l’emergenza Coronavirus. Una settimana fa, la riapertura: ma del bar, a ventidue mesi di distanza dal taglio del nastro, non c’era già più quasi traccia. Campeggia ancora la scritta “Pentagramma il bistrot del parco”, ma dentro regna solo il vuoto.
Il gestore e vicepresidente dell’Ets, cooperativa sociale di Quartu Sant’Elena, Francesco Sarritzu, 62 anni, esprime tutta la sua amarezza: “Ho sopravvalutato l’area. Quando l’ho presa in gestione, era una scatola vuota: ho fatto tutti i lavori, dalle fognature alla pavimentazione. Nel parco, però, non ci sono mai stati eventi e qualcuno, come quello legato agli orti, è stato addirittura spostato altrove. Ho consegnato le chiavi della struttura al Comune, avevo investito circa 200mila euro ma, alla fine, non è andata come speravo e non sono riuscito a stare dietro all’affitto mensile di 4200 euro. Nel bistrot hanno lavorato una decina di persone, purtroppo sono dovute andare tutte a casa”.










