A Cagliari il Capodanno delle polemiche, ancora non si sa chi e cosa organizzerà (il 7 novembre saranno aperte le buste con le proposte per l’organizzazione dell’evento di fine anno), scatena il dibattito: il budget complessivo, inferiore ai 500mila euro, dovrà coprire un calendario di iniziative distribuite su più giorni e in diversi quartieri della città, incluso il tradizionale concertone del 31 dicembre nel ritrovato largo Carlo Felice.
Un Capodanno diffuso e low cost, come lo definisce il Comune, che parla di una precisa scelta politica. Che però non convince tutti. Secondo diversi osservatori, la scelta di frammentare le risorse rischia di ridurre la capacità attrattiva della manifestazione, allontanando il pubblico e, di conseguenza, le opportunità economiche per le attività locali.
“Può sembrare un paradosso, ma sui grandi eventi o si individuano risorse adeguate per portare nomi di richiamo, oppure si finisce per sprecare anche le poche risorse a disposizione”, sostiene Roberto Mura, esponente di Alleanza Sardegna, che accusa l’amministrazione di mancanza di visione. I dati dell’anno scorso, ricorda Mura, sarebbero eloquenti: la maggior parte dei cagliaritani avrebbe scelto di trascorrere la notte di San Silvestro in altri comuni, mentre in città il momento più partecipato non è stato il concerto ufficiale promosso dal Comune, ma l’evento indipendente organizzato al Bastione con deejay set e musica popolare.
Una tendenza che, secondo Mura, dimostra come investire sul Capodanno significhi creare occasioni di lavoro e promuovere il tessuto produttivo locale. “Occorre scommettere su Cagliari e sulla sua capacità attrattiva – conclude Mura – invece si continua a volare basso, senza una prospettiva di crescita reale”.












