Caffè sempre più amaro per i consumatori: gli aumenti record rischiano di portare il prezzo della tazzina a 2 euro entro la fine dell’anno. E sul web si accende la polemica. In tanti si interrogano sul futuro di un rito che, per molti è irrinunciabile. C’è chi già preferisce rinunciare al bar: “Personalmente, tranne rarissime eccezioni, bevo il caffè solo a casa, con calma e a un costo infinitamente inferiore”. Non manca chi esalta le alternative più sostenibili: “Ultimamente trovo molto comode le cialde compostabili, di ottima qualità, non hanno plastica né alluminio, e alla fine il caffè costa dai 20 ai 26 centesimi”. Altri, invece, guardano al passato: “Riprendiamoci la moka, che nostalgia”. Molti sottolineano la convenienza del prepararlo in casa: “Basta comprarsi al market una confezione di caffè al costo minimo di 4 euro, preparato a casa ci escono minimo 20 caffè”. Ma non manca chi fissa una soglia ideale: “Non sempre al bar si gustano caffè di qualità, e il prezzo giusto sarebbe 1,50 euro, se proprio lo si vuole aumentare”. C’è chi annuncia già un addio: “Se così sarà, terminerò di prendere il caffè al bar”. E chi mette in guardia sugli effetti a catena: “Non è colpa dei bar, ma il prezzo della materia prima che si alza sempre di più. Ovvio che il caffè al bar costa di più, ci saranno tante chiusure”. E la stangata si sente ovunque: “Il fatto è che costa tanto anche al supermercato: 250 grammi a 6,50 euro, vi sembra poco?”. Il dibattito è aperto, ma una cosa è certa: la tazzina rischia di diventare non solo un lusso, ma anche il simbolo di un caro vita che non risparmia nessuno.










