Sono in tre e si danno una mano l’uno con l’altro. Una coppia poco più che trentenne e un 41enne, ecco chi sono i tre senzatetto che, qualche giorno fa, sono stati fatti sgomberare dalla polizia Locale, su richiesta di alcuni residenti, dalle galleria Ormus di Cagliari. Senza un tetto sicuro, si sono solo spostati di qualche centinaio di metri e ora le tende, le coperte e i cartoni fanno parte dell’arredo urbano dei portici di via Pontano. Con loro c’è anche un cane, un pitbull, l’unica loro compagnia sicura in mezzo al freddo e al gelo: “Devo portarlo a spasso, parla lui anche per noi”, dice una ragazza, avvolta in una canadese azzurro chiaro, capelli corti e occhi che raccontano, anche senza il supporto della parola, di un’esistenza ai margini della società. “Non siamo teppisti”, racconta uno dei tre clochard. Conosciuto da tutti col soprannome di Jago, ha quarantuno anni e un passato molto travagliato: “Poco più di un mese fa ho perso la mia compagna, era ricoverata all’ospedale per una brutta polmonite. Mi è cascato ancora di più il mondo addosso, ogni tanto mi sento con la madre e anche lei è ancora triste e sconvolta”: Originario di Assemini, nella sua carta d’identità compare però il nome di Cagliari. Ed è dall’amministrazione comunale del capoluogo che spera di ricevere un aiuto. Un tetto, un po’ di caldo, anche se sembra essere impresa ardua: “Vivo così già da anni, se avessi un lavoro probabilmente non sarei qui, per strada. Il Comune non ci sta aiutando, conoscono anche la mia situazione. Non è vero che urlavamo, nelle gallerie Ormus, eravamo abbastanza tranquilli”. Ma la priorità di Jago non è quella di giustificarsi.
“Il dormitorio non va bene per tutti, spero che ci possano aiutare. Sto vivendo una brutta depressione”, racconta, avvolgendosi tra le coperte che stemperano, solo in parte, il gelo di questi ultimi giorni: “I miei parenti se ne fregano di me, non mi aiutano. Ripeto, non siamo teppisti. Sono molto demoralizzato, perdere la mia compagna è stata una botta ulteriore”. Difficile rialzarsi, ancora di più se non c’è una mossa concreta da parte delle istituzioni. Qualche coperta, dei vestiti, scarpe alla rinfusa nel pavimento gelido sotto i portici di via Pontano, qualche panino e un paio di bottiglie d’acqua è quanto circonda Jago e i suoi due compagni di sventura. Senzatetto quasi in pieno centro città, nel 2023, aiutati da qualche associazione di volontariato ma, in parallelo, non supportati dal Comune.









