Mensa e spazi ludico ricreativi per gli studenti universitari al San Giovanni di Dio. La richiesta è del Comune di Cagliari. La commissione Urbanistica, presidente Antonello Angioni, ha dato l’ok all’ordine del giorno sul futuro dell’antico ospedale e degli spazi inutilizzati presenti nella zona. Il Comune dovrà cercare un accordo con l’Azienda Ospedaliera Universitaria, l’Ats e la Regione per utilizzare l’Ospedale con particolare riferimento alla popolazione universitaria e studentesca in genere. A titolo di esempio spazi di aggregazione ludico-ricreativi, mensa universitaria, spazi ristoro e servizi per gli studenti, accoglienza e servizi per l’invecchiamento attivo e di contrasto alle vecchie e nuove forme di povertà. Sì anche all’istituzione di una guardi medica H24.
Nel settembre 2020 è stata approvata la “Riforma del sistema sanitario regionale e riorganizzazione sistematica delle norme in materia”, base per una riorganizzazione della rete ospedaliera regionale, nell’ambito della quale si giocherà il futuro della struttura.
Il documento impegna sindaco e giunta comunale a proseguire le interlocuzioni tra Regione Sardegna, Comune di Cagliari, Azienda Ospedaliera Universitaria, Università degli Studi e ATS finalizzate a potenziare la funzione del San Giovanni di Dio quale presidio sanitario e socio assistenziale accogliendo, oltre il Servizio Ambulatoriale ATS, il poliambulatorio di viale Trieste, il consultorio ospitato nella scuola elementare Satta e diversi ambulatori, “che dovranno rispondere in particolar modo alle richiesta di assistenza dei pazienti cronici e anziani, stante la necessità di un servizio di guardia medica H24”.
C’è anche l’idea (la proposta è di Matteo Lecis Cocco Ortu, Pd) di coinvolgere nelle azioni di consultazione, proposta e co-progettazione i cittadini, gli studenti e le istituzioni accademiche dell’Università di Cagliari, le parrocchie e le associazioni operanti nel Centro Storico, ed in particolare nel quartiere di Stampace, “al fine di rendere partecipate e aderenti alle reali esigenze della popolazione le scelte che verranno assunte”.
I residenti del centro storico hanno recentemente espresso forte preoccupazione difronte allo smantellamento di tutti i servizi sanitari operanti in centro (Clinica Aresu, Clinica Macciotta, Ospedale Militare, cliniche private) e hanno chiesto l’attivazione di un adeguato presidio sanitario a vantaggio degli abitanti e delle migliaia di persone tra turisti, operatori commerciali e cittadini, che frequentano il centro storico, proponendo di mantenere attivi presso l’Ospedale i due reparti di dermatologia e oculistica, di trasferire presso i locali del San Giovanni di Dio il servizio ambulatoriale dell’ATS di viale Trieste e di attivare un servizio di almeno 12 ore di guardia medica per il primo soccorso.
Il San Giovanni di Dio è un “monumento urbano” di primaria importanza, progettato nella metà dell’Ottocento in stile neoclassico dall’architetto Gaetano Cima, e rappresenta uno straordinario bene artistico, storico e identitario. E al suo interno esistono spazi ed edifici attualmente sotto utilizzati che potrebbero arricchire l’offerta sociale, culturale e turistica della città quali, a titolo d’esempio come i sotterranei già utilizzati come rifugio di guerra (adibiti a Presepio Natalizio), il tratto dell’antico acquedotto romano (oggi inaccessibile), l’antica “Farmacia” interna all’ospedale e l’antistante ex Dispensario (dove si conservavano le cartelle cliniche), situate all’inizio di via Ospedale e la sede dell’ex Convitto (attualmente in parte utilizzato per la diabetologia), e la palazzina che ospitava gli uffici tecnici.
Non solo. Gli spazi aperti del San Giovanni di Dio potranno svolgere un ruolo importante di cerniera tra il centro storico cittadino e la valle di Palabanda per la quale è previsto un progetto strategico di riqualificazione che coinvolge le aree verdi dell’Orto Botanico e l’area archeologica dell’Anfiteatro Romano fino al viale Buoncammino, con un collegamento verso l’Orto dei Cappuccini attraverso il viale Sant’Ignazio.











