“Ora basta, qualcuno ci ascolti e ci aiuti”. Gli studenti del liceo Eleonora d’Arborea di Cagliari non ne possono più. Di lavori in corso da mesi, di rumori, di spostamenti. Di dover vivere e studiare in una situazione difficile, concentrarsi è diventato impossibile, e che sta compromettendo il loro diritto allo studio e il benessere psicologico, facendo salire il livello di stress e mettendo a rischio apprendimento e rendimento. “Siamo stressati e frustrati”, dicono i ragazzi in una lettera inviata alla nostra redazione.
Gli studenti raccontano di dover affrontare quotidianamente rumori assordanti, spostamenti continui di materiali, vibrazioni e distrazioni che compromettono la concentrazione durante le lezioni. “L’ambiente scolastico, che dovrebbe favorire lo studio, è diventato fonte di stress e frustrazione”, scrivono.
Le ripercussioni sulla didattica sono evidenti: le spiegazioni vengono interrotte, le verifiche e le interrogazioni diventano ancora più difficili e l’accumulo di lacune rischia di compromettere la preparazione degli studenti. Tuttavia, il problema non è solo accademico. “Ogni giorno viviamo in un ambiente che genera ansia e demotivazione”, denunciano, sottolineando il pesante impatto psicologico della situazione. Nonostante le numerose segnalazioni di studenti e docenti, sembra che nessuna misura sia stata adottata per attenuare il disagio. Gli studenti si chiedono perché non sia stato predisposto un piano che riduca l’impatto dei lavori sulla didattica e temono che il loro appello possa rimanere inascoltato. “Ci chiediamo: com’è possibile che, dopo mesi di segnalazioni, nessuno abbia ancora trovato una soluzione per limitare il nostro disagio? Perché non si è pensato di organizzare i lavori in modo da ridurre l’impatto sulla didattica? La scuola è il luogo in cui dovremmo essere tutelati, eppure ci sentiamo completamente ignorati. Non mettiamo in dubbio l’importanza dei lavori, ma studiare in un ambiente sereno non è un lusso, è un diritto”, ribadiscono gli studenti, chiedendo un intervento immediato per garantire che la scuola torni a essere un luogo di apprendimento e non di sofferenza.
Di seguito, la lettera integrale degli studenti.
“Dallo scorso settembre, all’interno della nostra scuola sono in corso lavori di ristrutturazione che ci costringono a studiare in condizioni inaccettabili. Ogni giorno, mentre cerchiamo di seguire le lezioni, veniamo interrotti e disturbati da rumori incessanti, spostamenti di materiali, vibrazioni e distrazioni continue. L’ambiente che dovrebbe favorire l’apprendimento è ormai diventato fonte di stress e frustrazione. Le conseguenze di questa situazione sono devastanti. Da un punto di vista didattico, la concentrazione è messa a dura prova: risulta quasi impossibile ascoltare gli insegnanti, intervenire con lucidità o sostenere verifiche e interrogazioni in un clima così caotico. Le spiegazioni vengono spesso interrotte, rendendo difficile seguire il filo del discorso e assimilare i concetti. Studiare in queste condizioni significa accumulare lacune che potrebbero ripercuotersi sul nostro percorso scolastico e sulla nostra preparazione per il futuro. Dal punto di vista psicologico, il disagio è ancora più evidente. Vivere ogni giorno in un ambiente scolastico così logorante genera stress, ansia e demotivazione. Andare a scuola dovrebbe essere un momento di crescita e formazione, ma per noi è diventato fonte di frustrazione. Ci sentiamo abbandonati, costretti a subire una situazione che sembra non avere soluzione, nonostante le numerose segnalazioni fatte da studenti e docenti. Ci chiediamo: com’è possibile che, dopo mesi di segnalazioni, nessuno abbia ancora trovato una soluzione per limitare il nostro disagio? Perché non si è pensato di organizzare i lavori in modo da ridurre l’impatto sulla didattica? La scuola è il luogo in cui dovremmo essere tutelati, eppure ci sentiamo completamente ignorati. Non mettiamo in dubbio l’importanza degli interventi strutturali, ma ci chiediamo perché debbano avvenire a discapito della nostra formazione e della nostra salute mentale. Studiare in un ambiente sereno non è un lusso, è un diritto. Chiediamo che questa situazione venga resa pubblica e che chi di dovere intervenga immediatamente per garantire che la nostra scuola torni a essere un luogo di apprendimento e non di sofferenza”.










