La Corte dei Conti dice che la rendicontazione delle spese elettorali dei 5 stelle in campagna elettorale in Sardegna è regolare, i 5 stelle si scatenano con dichiarazioni di chiunque dal parlamento al consiglio regionale chiedendo scuse e gridando alla vittoria, ma la delibera dei giudici contabili non c’entra nulla con la decadenza della presidente Todde, inflitta dalla corte d’appello. Perché i giudici della corte d’appello non hanno detto che la rendicontazione fosse irregolare, hanno invece dimostrato che la legge è stata violata perché nella campagna elettorale della Todde, fra le altre cose, non era stato nominato un mandatario elettorale né era stato aperto un conto corrente dedicato. Come invece prevede la legge.
Le due cose, quindi, non c’entrano niente: ma i 5 stelle a reti unificate gridano alla vittoria, di fatto mischiando le carte e creando enorme confusione.
Dunque, il rendiconto delle spese sostenute in Sardegna dal comitato elettorale del M5s nella campagna per il voto delle regionali del febbraio 2024 è regolare. Le uscite di denaro, cioè, corrispondono a quanto dichiarato dal senatore Ettore Licheri. Lo attesta la delibera 1/2025 del collegio di controllo della Corte dei Conti, a conclusione di un’ulteriore verifica sulle spese dei partiti e dei singoli candidati, di tutti i partiti coinvolti nella campagna elettorale. La Corte dei Conti sottolinea però che “la verifica dei rendiconti presentati dai singoli candidati è demandata al collegio regionale di garanzia elettorale, istituito presso la Corte di appello del capoluogo di regione secondo quanto disposto dalla L.R. 27 gennaio 1994, n. 1”.
Quindi, complessivamente le spese di circa 90mila euro sono regolari – le uscite corrispondono cioè a quanto dichiarato – ma la questione relativa alla Todde, assenza di mandatario e conto corrente dedicato, resta totalmente aperta. La stessa Todde aveva in un primo momento dichiarato di aver sostenuto spese, poi di non aver speso nulla, il tutto appunto senza mandatario né conto corrente, strumenti imposti proprio per garantire trasparenza al sistema delle spese elettorali. In sostanza, il denaro con cui si finanziano le campagne deve essere di provenienza certa: nel caso della Todde, non essendoci né il mandatario né il conto corrente, secondo i giudici non è chiaro affatto. Il ricorso della Todde contro la decadenza verrà discusso il 20 marzo.