C’è chi ha cambiato le ruote e riverniciato la carrozzeria del suo furgone e chi, “strozzato” anche dalle more, ha pagato i bollettini per le assicurazioni dei macchinari. Lavori indispensabili per poter operare in sicurezza. Ma i giostrai e i venditori ambulanti del Cagliaritano, fermi da mesi, si preparano a vivere un dicembre di forte crisi. I ristori arrivati da Governo e Regione ci sono stati, ma in più di un caso sono già finiti. Chi può prova a sopravvivere con i risparmi, pochi, rimasti tra le pieghe di un anno nerissimo. Qualcun altro, invece, fa affidamento sul buon cuore di parenti e amici. Difficile che nel nuovo Dpcm del Governo Conte possa esserci un allentamento delle misure anti Covid per chi vive staccando biglietti per giostrine e tiro a segno o vendendo ticket per far divertire i più piccoli sopra i tappeti elastici. Eccole, le storie di crisi di un dicembre dove sembra davvero esserci poco da festeggiare. Il virus ha messo ko tante categorie lavorative. E i sussidi, per quanto non paragonabili a briciole, hanno consentito di “galleggiare” solo per qualche settimana.
Gianluigi Mura, 49 anni, sino a qualche settimana fa ha avuto la giostrina in piazza Giovanni XXIII a Cagliari: “Pochi biglietti staccati. Ho avuto 3800 euro dal ministero, ad agosto. A novembre 6700 dalla Regione, che ringrazio, e poi il ristoro bis di duemila euro”. Un bel gruzzoletto: “Ma avevo debiti bloccati sin dal mese di febbraio per la manutenzione effettuata sulla giostra grande, solo tra riverniciatura e cambio gomme ho speso cinquemila euro. Poi le tasse, il commercialista da pagare e le rate dell’Inps. Sarà un Natale tragico, avrei dovuto piazzare la giostrina in piazza del Carmine ma è stato tutto annullato. Lo Stato mi ha dato soldi con una mano ma, con l’altra, se li è ripresi. Non posso fare altri lavori, sono legato al codice Ateco”. Si prepara a passare festività all’insegna della tristezza anche Antonio Luordo, giostraio 53enne di Guspini: “Tutto fermo. Tiro a segno, gonfiabili, tappeti a molla. Sono fermo da dicembre 2019, tra Inps e Regione ho avuto 9700 euro ma li ho già spesi quasi tutti tra pagamenti vari come bolli con tanto di mora, assicurazioni, cambiali e commercialista”, afferma. “Sono rimasto con duemila euro, ho moglie e figli da mantenere. L’anno scorso ho lavorato bene, cerco di sopravvivere con i risparmi. Ho provato a fare qualche piazza, a luglio sono stato a Isili ma ho intascato a malapena 50 euro al giorno. Ho fatto la richiesta per avere il 30 per cento del fatturato del 2019, ma nulla. Non comprerò nemmeno il panettone per cercare di risparmiare”.









