Cagliari, fratellini pestati al Cep da una banda di ragazzini: “So chi sono i loro aggressori”

Circondati e picchiati in via Talete, uno dei due ha rimediato un trauma cranico. La madre denuncia tutto ai carabinieri e fa i nomi di tre minorenni: “Si erano dati tutti appuntamento in piazza Garibaldi, erano in venti e dieci di loro hanno aggredito i miei figli”


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La denuncia, a sei giorni di distanza dai fatti, è stata presentata ai carabinieri di Pirri. La madre dei due minorenni picchiati da una banda di ragazzini, “almeno 10, altri dieci sono rimasti a guardare”, lo scorso dodici agosto in via Talete, nel rione cagliaritano del Cep, ha messo nero su bianco tutta la sua versione dei fatti. Inclusi, anche, i nomi di tre minorenni che, secondo lei, avrebbero fatto parte del gruppo degli aggressori. Le vittime erano state raggiunte mentre stavano giocando a pallone e, nel giro di pochi secondi, dalle parole si era passati alle mani: i due erano scappati per il quartiere ma erano stati inseguiti dalla banda e, alla fine, erano anche intervenuti i carabinieri. “Uno dei miei figli ha riportato escoriazioni del collo e graffi diffusi”, l’altro “un trauma cranico facciale, cervicalgia post traumatica, trauma contusivo abraso del torace, contusione del primo dito della mano sinistra e contusione abrasa del gomito”. Così si legge nelle due pagine della denuncia firmata dalla donna. Lo scorso mercoledì sera erano rimasti coinvolti anche i vicini di casa della coppia: uno dei ragazzini picchiati aveva trovato rifugio a casa loro, ma chi li inseguiva ha “preso a calci, pugni e spallate la porta della loro abitazione”. Un episodio inquietante, sul quale i carabinieri hanno già acceso i fari: “Mi hanno confermato che le indagini sono iniziate”, spiega la madre dei due minorenni.

E, sempre secondo quanto messo nero su bianco nella denuncia alle Forze dell’ordine, la ventina di ragazzini presenti al pestaggio, “dieci sono rimasti a guardare”, sarebbero “tutti frequentatori della piazza Garibaldi di Cagliari e si erano tutti dati appuntamento in quel luogo per poi raggiungere i miei figli in via Talete”. E, una volta arrivati, sarebbe partita l’aggressione. E uno dei minorenni citati dalla donna nella denuncia, “nei giorni successivi” e “attraverso il social network Instagram”, avrebbe iniziato a “mandare dei messaggi minacciosi a mio figlio”. E questi messaggi sarebbero stati “salvati sul cellulare”. I genitori ribadiscono la loro unica volontà: “Chiediamo giustizia”.


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