Cagliari, ecatombe 2013: “Non siamo incapaci, ma ci tolgono il lavoro”

La città nell’anno della crisi: quartieri storici come San Benedetto vedono scomparire tantissime attività. I negozi che chiudono non fanno più notizia. Lo sfogo di Ivan: “Colpa dello Stato che permette una simile vergogna: è una cornice drammatica, nessuno può assumere con una pressione fiscale che sfiora il 70 per cento”


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Viviamo in una città dove il lavoro che non c’è, e la chiusura dei negozi, non fanno notizia e non fanno quasi neppure più effetto. Non ci fermiamo quasi più, neppure con gli occhi, a guardare quelle serrande abbassate nelle ore di punta. I nostri punti di riferimento che scompaiono,  i posti dove andavamo da bambini cancellati. Il 2013, l’anno degli “zero scontrini”, si sta portando via le speranze e interi quartieri di Cagliari annaspano. L’esempio più lampante è San Benedetto: anche la zona del mercato soffre e la mancanza di parcheggi (insieme a quella delle idee) stanno trasformando il quartiere nel cimitero delle occasioni perdute. Nel rione degli Affittasi. Per questo colpisce lo sfogo di un amico, Ivan Scarpa, che ha scattato una dietro l’altra le foto del commercio che scompare: “Questa è il reportage di una passeggiata-dice  Ivan- che ho voluto fare questo pomeriggio con mia moglie ed i miei figli, volevo rilassarmi. Sono andato al Parco della Musica, sono passato da Via Lai e sono rientrato da Via Dante. Questa è la cornice che ho trovato durante la mia passeggiata. Non polemizzo con la mia Città, con la mia Provincia o la Regione. Polemizzo con quello Stato che permette una tale ecatombe, Stato che mortifica imprenditori e lavoratori con una pressione fiscale che si avvicina al 70%. Imprenditore che mollano, che si ammazzano, imprenditori che si sentono incapaci. Noi non siamo INCAPACI. Ci hanno reso impossibile lavorare! !!!!!”.




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