Lo zio 73enne malato, è seguito al Brotzu ma viene portato nell’ospedale sbagliato, il Santissima Trinità. E la moglie, bisognosa di una gastroscopia, può mettersi l’anima in pace, prima di maggio 2025 non c’è posto. Due disguidi della sanità sarda, e utilizzare il termine disguidi è quasi un “complimento”, che hanno vissuto sulla loro pelle una colonia di anziani e la loro nipote che li aiuta e li segue, Manuela Sanna, 53enne di Sinnai. Un’ulteriore testimonianza, molto cruda e triste, di una sanità che nell’Isola va rifondata da zero, o quasi. Oltre all’amara constatazione che, a parte i proclami di tutte le parti politiche, gli ultimi arrivati dal centrosinistra fresco della conquista della Regione, sinora non si è fatto nulla di concreto.
“Mio zio, per le patologie che ha, è seguito da tanto tempo al Brotzu, lì ha il suo medico di riferimento. Da poco si è sentito male in casa, a Flumini di Quartu. Abbiamo chiamato il 118 e specificato, a soccorritori, che era meglio portarlo al Brotzu. Invece, loro l’hanno trasportato sino al pronto soccorso del Santissima Trinità e, con un sondino nel naso, l’hanno visitato dopo una attesa di ben tredici ore*, racconta la donna. “Alla fine sono stata costretta a chiamare un’ambulanza private a pagare per il trasferimento urgente proprio al Brotzu”. E non è mica finita: “Mia zia necessita di una gastroscopia, ho chiamato il Cup e il primo posto disponibile in tutta la Sardegna, per pura coincidenza proprio al Santissima Trinità, solo a maggio 2025. La presidente Todde pochi giorni fa ha detto di avere scoperto che quello del Cup è un problema di sistemi informativi e nella gestione delle prenotazioni. Molto bene, ma intanto non si è ancora risolto nulla. State lasciando i pazienti e i parenti nel tunnel della sofferenza e della disperazione cercando aiuto nei pronto soccorso stracolmi, visitati dopo ore e ore di attesa per poi essere rimandati a casa senza risolvere il problema”.











