Il nome, in quaranta lunghi anni, era diventato conosciutissimo da tanti cagliaritani e sardi. Il Ventuno, lo storico negozio di abiti da cerimonia in via Garibaldi a Cagliari, ha vissuto due gestioni: la prima, dall’apertura sino al 2014, “da parte di una donna romana”. E, negli ultimi sette anni, a disegnare a mano abiti per matrimoni, cresime, compleanni, lauree e comunioni, c’era Ornella Orrù. Gestione familiare, “insieme a me c’era solo mia figlia, non c’erano abbastanza soldi per poter avere dei dipendenti”, spiega la Orrù, 65 anni. L’anno orribile del Coronavirus non le ha lasciato, economicamente parlando, scampo: “Il 31 dicembre chiudo l’attività, non posso fare altrimenti. Non ci sono più stati matrimoni e cerimonie, lo Stato mi ha dato due bonus da 600 euro e altri mille euro, li ho utilizzati per pagare l’Inps, poi è arrivata subito l’Iva, e l’affitto. Ho anche altre spese arretrate, non posso pagare la tassa sulla spazzatura”, afferma la donna, contattata da Casteddu Online. Una resa, l’ennesima, di un commerciante cagliaritano, nell’anno della pandemia.
“Ho 65 anni, non avrò nemmeno la pensione perché gestisco il negozio da 6 anni, i contributi sono pochissimi”. La notizia della chiusura de Il Ventuno è destinata a fare rumore per la posizione stessa del negozio, quella via Garibaldi in crisi da tanto tempo e ulteriormente tartassata dal Coronavirus. “Il ricordo che avrò sarà brutto, amavo il mio lavoro. Mi piaceva fare gli abiti, avevo la mia clientela. Facevo vestiti su misura per i bambini e per le taglie forti, solo abbigliamento femminile. Mi facevo aiutare da una sarta”, racconta la Orrù. Con lo scoccare del 2021, al posto degli abiti ci sarà solo vuoto e silenzio, al civico ventuno di via Garibaldi. “Ho dovuto mollare a malincuore, con tutti gli eventi bloccati non ho potuto più produrre e non posso sostenere altre spese”.










