Se n’è andato ad appena trentasette anni un pescatore molto conosciuto a Cagliari e in tutto il golfo. Andrea Pittau è stato stroncato da una polmonite bilaterale ed è morto dopo sei giorni di coma al Santissima Trinità. Una tragedia, un quadro clinico che è precipitato nel giro di un paio di giorni. Oggi ci sono una famiglia distrutta dal dolore e tanti pescatori e amici del giovane che non riescono a smettere di piangere. Per mare sin da ragazzino, ha lavorato anche a bordo della storica e nota barca Rita Cozzolino. Per anni è partito dal molo di Su Siccu per gettare le reti e portare il pane a casa. E nella sua abitazione, nel rione pirrese di Santa Teresa, dal 2021 Andrea sapeva che, oltre alla compagna Veronica, lo aspettavano anche i suoi due figli piccoli. La notizia della sua morte ha fatto rapidamente il giro dei pescatori di Cagliari e provincia: da pochissime settimane aveva cambiato lavoro. Dal mare alla terraferma, dalle imbarcazioni all’impiego come corriere. Ogni giorno consegnava pacchi e, a fine turno, tornava sempre dalla sua famiglia.
A spiegare cosa sia accaduto è una delle sorelle, Katia: “Lunedì scorso aveva qualche linea di febbre. Il medico di famiglia gli ha prescritto l’aerosol, ma il giorno dopo aveva difficoltà a respirare e non riusciva nemmeno a parlare”. Portato col 118 all’ospedale, “ha avuto un arresto cardiaco. È stato rianimato ma, ormai, il danno era fatto. È entrato in coma e non si è più risvegliato. Una Tac ha fatto emergere una polmonite bilaterale e un batterio, che gli ha provocato un forte mal di gola, non gli ha lasciato scampo perchè aveva le difese immunitarie già basse. Siamo sconvolti, riusciamo a restare in piedi perchè pensiamo soprattutto ai suoi due figli piccoli da continuare a tutelare e proteggere”, spiega la sorella di Andrea Pittau. E un gruppo di suoi amici e colleghi pescatori hanno organizzato, per il giorno del funerale, un corteo speciale: “Andrea era appassionato di auto e dei raduni del tuning”, ricorda Gianni Putzu: “Vogliamo accompagnarlo nel suo ultimo viaggio per fargli sentire, sino all’ultimo, che ci siamo”.










