“La guerra è di tutti e per tutti, non è solo la nostra”. Si può riassumere così, con la frase scritta nello striscione attaccato alle inferriate del porto in viale La Playa a Cagliari, la protesta di pastori e agricoltori sardi: “Resteremo qui almeno sino a lunedì, dobbiamo definire qualche dettaglio col coordinamento nazionale ma è praticamente sicuro”, annuncia Roberto Congia, pastore e punto di riferimento per la protesta isolana. Qualche contadino, con il trattore, ha raggiunto nel pomeriggio piazza Yenne, invitando i cittadini a unirsi alla protesta, e una delegazione è stata ricevuta da alcuni giocatori del Cagliari, ad Asseminello. Ma la base principale resta ancora il porto cagliaritano. E ci sono novità: “Domani, alle dieci, a Muros, altri nostri colleghi arriveranno con i trattori sulla 131, nella zona del centronord Sardegna. Anche loro vogliono protestare e stiamo creando più fronti in tutta l’Isola, incluso quello nell’Oristanese”, ricorda Congia. Le rivendicazioni sono già note: contadini e allevatori vogliono difendere ogni ettaro delle loro terre in ogni modo dalle nuove regole e imposizioni dell’Europa, che sarebbe addirittura pronta a pagare contadini e allevatori per non farli lavorare. Una proposta già bocciata ancora prima di essere ufficializzata da Bruxelles.
Intanto, all’orizzonte presto compariranno gli autotrasportatori isolani: “La nostra volontà è di protestare per i nostri problemi di categoria, insieme al settore agropastorale e a tutte le altre categorie che non navigano in buone acque”; spiega Luigi Massimiliano Serra, capofila del gruppo Asr (autotrasportatori sardi riuniti): “Entro sabato sapremo di più. Ma non si sa se sarà una cosa imminente. Certo è che ci stiamo organizzando, questa volta bene e nei minimi particolari”.











