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Cagliari come la Grecia, ogni giorno 5 disoccupati in più in città

di Ignazia Melis
22 Giugno 2017
in il-diavolo-sulla-sella, rubriche

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Oltre settemila disoccupati in più a Cagliari durante il governo di Massimo Zedda, dal 2011 al 2014. Ogni giorno più di 5 cagliaritani si svegliano e non hanno più un lavoro: in totale, passano da 29908 a 37070. La percentuale dei disoccupati a Cagliari è salita dal 19,1 al 23,9. Ma quel che sorprende è che questi dati a dir poco impietosi non vengono diffusi dall’opposizione di centrodestra. Bensì da Enrico Lobina, consigliere comunale di maggioranza, in un articolo pubblicato sul Fatto Quotidiano di ieri. Non usa mezzi termini Lobina, per scuotere anche la sua coalizione: Cagliari come la Grecia. Lobina scrive: “C’è da dire che prima o poi questo trend si dovrà fermare: siamo a livelli greci. Cagliari è in linea con le dinamiche del resto della Sardegna. Anzi, il trend sembra leggermente peggiore. Il problema è che, in tutti i documenti programmatori, si scrive che le aree urbane, metropolitane, dovrebbero trainare il resto dei territori. La risposta peggiore sarebbe non affrontare il problema, o dire che l’amministrazione comunale non può fare nulla. Siamo veramente convinti che sia così? Il secondo livello politico in Sardegna, dopo il consiglio e la giunta regionale, non può fare politica e deve fare semplice amministrazione?

Questa domanda è ancora più forte se leggiamo il programma elettorale della coalizione vincente depositato nel 2011, qualche mese prima del voto: “Nei prossimi cinque anni ogni giorno almeno un occupato in più; ogni giorno almeno la stabilizzazione per un precario; ogni giorno almeno un’altra donna che conquista il lavoro; ogni giorno almeno un giovane che inizi a lavorare”. Ogni giorno 5,4 in meno, altro che uno in più al giorno! E potremmo aggiungere l’aumento dei cassintegrati. A fronte di questi dati, un dirigente di SeL, lo stesso partito del sindaco, ha presentato la seguente linea difensiva su Twitter: “Il Comune fa quanto di sua competenza: investire i soldi pubblici, siamo la seconda città in Italia. Senza i lavori sarebbero dati peggiori”. Questa osservazione pone un problema epocale, proprio per quelli che vogliono ancora definirsi di sinistra: quando siamo al potere nel capoluogo sardo dobbiamo amministrare e basta, o dobbiamo anche fare politica e dare risposte?”. Sta tutta qui, senza bisogno di altre parole, la grande sconfitta di Sel a Cagliari e il boomerang che rischia di portare il centrosinistra in un vicolo cieco in vista delle prossime elezioni comunali. Sta qui la disperazione dei giovani cagliaritani, che avevano dato il loro voto proprio a un sindaco giovane per cercare il cambiamento. 

Tags: Cagliarigrecialobinazedda
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