Si è scordata il red (dichiarazione della situazione reddituale). E così Adelina Podda, residente a Monserrato, 100 anni compiuti a febbraio, si vedrà tagliare dall’Inps la pensione sociale: per due anni, invece di 600 euro, percepirà 399 euro. “Un bel regalo fatto dall’Inps a mia madre”, scrive il figlio Marcello Cappai.
La storia la raccontano i familiari: Adelina, vedova da quasi 20 anni e con reddito zero percepisce una pensione sociale di circa 600 euro, che necessita della comunicazione ‘Red’ (dichiarazione della situazione reddituale) annuale. Per il 2015 questa dichiarazione, per un mero errore materiale (“una dimenticanza”), è stata omessa, ora si vede decurtare tutto l’importo relativo a quell’anno, secondo l’Inps percepito indebitamente e pari a circa 5.860 euro.
“Nonostante l’obbligo di acquisizione delle variazioni anagrafiche da parte dell’Inps e nonostante mia mamma si sia premurata di comunicare le stesse, l’ente continua a inviare le comunicazioni relative alla pensione ad un indirizzo oramai vecchio di 15 anni”, scrive Cappai, “certo. E’ anche vero che da qualche anno l’Inps non è più tenuta ad inviare al pensionato le comunicazioni di richiesta ‘RED’ ma io penso che sia anche altrettanto plausibile che una persona con reddito nullo e che percepisce un assegno sociale è difficile che passi da ‘zero’ nel 2014 a ‘molto’ nel 2015 e nuovamente a ‘zero’ nel 2016. O no?”, si domanda ironico Cappai. “Fatto sta”, aggiunge, “che ora le verranno decurtati 243 euro mensili e percepirà dunque mensilmente 399 euro (anziché 600) per 2 anni, con un affitto di 450 euro da pagare ogni mese più tutto il resto”.
Una beffa. “Questo è il regalo per i 100 anni fatto dall’Inps a mia mamma”, sottolinea Cappai, “rea di un delitto così grave come quella dimenticanza che in alcun modo pare possa essere ‘sanata’: gli operatori Inps si trincerano con la scusa del sistema informatico che non lascia discrezionalità per questo tipo di variazioni. Pensate”, aggiunge, “Adelina figlia di un combattente della guerra del 15/18, scampata alle bombe della seconda guerra mondiale, donna che ha visto l’evoluzione del mondo da allora fino ai giorni nostri, si vede sconfitta da una macchina senza cuore. Ma si sa, le macchine non hanno sensibilità. O forse l’avrebbero, se chi le accende qualche volta provasse a mettersi una mano sulla coscienza soffermandosi a valutare le ingiustizie che sta commettendo verso gli indifesi”.









